I Royal Thunder sono una di quelle band che negli ultimi dieci anni si sono riavvicinate a un hard rock revival che condivide molto con gli anni '70. Come molte di queste formazioni, provengono dalla Georgia (Atlanta, per l'esattezza) ma, sin da subito, si sono discostate dal classico canone strofa-ritornello-assolo che contraddistingue il genere e le altre band a esso ispirate. Si denotano arrangiamenti articolati, brani di ampio respiro e, soprattutto, contaminazioni da altri generi, in particolare psych, southern e, in una certa misura, country.
A farla da padrone è Mlny Parsonz, la cantante e bassista del gruppo. La sua voce sovrasta i restanti musicisti per intensità e talento, oltre che per un caratteristico timbro tendente al blues, cosa inedita in un'epoca come quella odierna dove si contano diverse formazioni con cantanti donne, ma davvero poche che si rifanno a quello stile di canto.
Tolto questo, il risultato di "Wick" appare un po' scarno. I pezzi presenti risultano un po' scialbi, quasi inconsistenti, volti alla valorizzazione della Parsons in modo particolare e, analizzato nel suo specifico, l'album si trascina piuttosto stancamente verso la fine. La prima parte del disco risulta essere piuttosto interessante con brani duri e crudi che si avvicinano all'hard rock più classico e allo psych: "Burning Tree", "April Showers" e "The Sinking Chair". Le tracce successive, invece, sembrano quasi dei tentativi non perfettamente concretizzati di immergersi negli altri generi. "We Slipped" e "Tied" sono molto tendenti al country e al southern, mentre in brani come "Plans" e "The Well" si respira un'aria quasi da power ballad o power pop ma sempre con un po' di fatica.
Da qui alla fine c'è poco altro. Solo una rediviva "Turnaround" rinvigorisce un po' il resto dell'opera che si dirige stancamente a una conclusione che lascia ben poco a chi la ascolta. Nel contesto risulta un album poco omogeneo e faticoso da ascoltare sino alla sua conclusione e, come detto, a renderlo lievemente interessante è l'indiscutibile capacità canora della Parsonz la quale, con ogni probabilità, non passerà molto prima che diventi una personalità di spicco nel mondo della musica internazionale.