Progetto nato dalla volontà di due membri dell'alternative band marchigiana dei Caveau, i Broono esordiscono sulla lunga distanza con un disco singolare, che, attraverso lo sfoggio di una cover spia stile Eurythmics e una strumentazione soltanto apparentemente inconciliabile, si situa nei solchi di un terso synth pop di inizio anni '80, dalle impercettibili sfumature dark e bagnato da un decorativismo barocco sofisticato e plastico. Un mosaico sonoro solido e frammentario, tenuto insieme dal basso di Massimiliano Cerri e dalle virtuose vibrazioni della viola da gamba della singer Elisabetta Del Ferro, artista attiva in svariati ensemble e abile manipolatrice di liquide tessiture elettroniche in un "Running" che fonde controllata ricerca ed estrema fruibilità: melodico, a tratti persino ballabile, di fatto un lavoro che proietta la mente e il corpo nel grembo di futuribili metropoli immortalate in antiche serigrafie d'avanguardia.
Se la fluida title track si avvale del dialogo di archi e sintetizzatori per creare un'atmosfera multisensoriale da culture clubbing raffinata, il beat pulsante di "70 Percent" si liquefa tra le dita e la voce cristallina della Del Ferro, in un armonioso e modulato baluginio che accoglie spontaneamente delicati squarci onirici di sapore dream. L'unico brano in lingua italiana, "Contare", vive di un substrato di impollinazioni dub e impennate di nostalgica new wave, mentre "Anymore" coniuga particelle di Rondò Veneziano e un refrain dal taglio romantic che ricorda i Visage più aristocratici; nel finale le morbide scie cyber di "Low Season" assecondano una soffusa cadenza marziale che trascolora nelle carezze trancey di "You'll Never".
Il debutto dei Broono dunque si pone come il superamento dell'antitesi tra la presunta freddezza del digitale e il calore della musica "suonata": un incontro nel quale il soffice rumore della machine molle abbraccia le note organiche dei cordofoni, poggiandosi vaporosamente su una base ritmica ipnotica ed eterea. Classicismo, sperimentazione, dorati pulviscoli dance: XVII secolo e nuovo millennio riassunti in lampi policromatici di notti scintillanti.
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