Running Wild
Rapid Foray

2016, Steamhammer/Spv
Heavy Metal

Recensione di Federico Falcone - Pubblicata in data: 11/09/16

Nel 2009, all'indomani dell'annuncio dello scioglimento della band, in pochi credettero che questo fosse effettivamente definitivo. Certo, gli ultimi lavori in studio, antecedenti a tale decisione, non furono particolarmente entusiasmanti né l'ispirazione del buon vecchio Kasparek si rivelò essere all'altezza dei tempi d'oro, tuttavia, in cuor nostro, chi più, chi meno, sperammo da subito che tale decisione potesse mutare, facendo tornare la ciurma teutonica sui propri passi. A distanza di tre anni, i pirati più famosi dell'heavy metal tornarono con "Shadowmaker" prima (2012) e "Resilient" poi (2013), album che, però, non ottennero il successo sperato in quanto decisamente, ed innegabilmente, sottotono.

 

Cosi, tra ascolti nostalgici e speranze di giorni migliori, un po' tutti ci eravamo abbandonati all'idea di aver perso per sempre una delle band più devote alla causa dell'intera scena metal mondiale. Ma come nei migliori racconti dei vecchi lupi di mare, ecco il colpo di scena che non ti aspetti. "Il 26 agosto 2016 uscirà il nostro nuovo album" firmato, Rolf "Rock n'Rolf" Kasparek. "Rapid Foray", questo il titolo del nuovo full-lenght, ci riconsegna una band in piena forma, Kasparek ispirato come non accadeva da anni, Peter "PJ" Jordan degna spalla del suo capitano ed, oserei dire, un suono di batteria degno di questo nome grazie, finalmente, ad un drummer di alto livello. Nelle undici tracce presenti sul disco, ci sono tutti gli elementi per considerare "Rapid Foray" un grande album. Riff veloci, ritmi incalzanti, cori da stadio, passaggi orecchiabili e melodici ma di grande qualità, e tanta, tanta, tanta energia. Alcuni brani sembrerebbero studiati per rendere meglio dal vivo, ma questo non vuol dire che su disco siano meno incisive, anzi, "Black Skies Red Flag", l'anthemica "By The Blood In Your Heart", "Black Bart", sono veri e propri inni che richiamano l'epoca d'oro della band. A sorpresa troviamo un pezzo totalmente strumentale, "The Depth Of the Sea - Nautilus", ispirato al romanzo di Jules Verne, ed ancora più a sorpresa, una traccia da undici minuti, "The Last Of The Mohicans", chiaramente ispirata al film capolavoro con Daniel Day Lewis, che può essere considerata tra i punti più alti dell'intero album.

 

I Running Wild son tornati e, senza troppi giri di parole, "Rapid Foray" è un album che tutti i fan della band tedesca, ma non solo loro, devono assolutamente avere. Ed allora sapete cosa vi dico? Rimetto su il disco per l'ennesima volta e, per dirla alla Jack Sparrow, anzi, Capitan Jack Sparrow, "yoo-oh beviamoci su".





Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool