Saint Asonia
Saint Asonia

2015, RCA
Alternative Rock

Recensione di Riccardo Coppola - Pubblicata in data: 04/08/15

Che la rabbia sia diventata un sentimento trainante nella scrittura di brani musicali, al pari dell'inflazionatissimo amore, non è una scoperta che si fa adesso: saranno già trent'anni che le ballate sentimentali vengono affiancate -se non, in alcuni generi, numericamente soverchiate- da incazzatissimi listini di improperi verso chiunque, cantati su massicci comparti musicali.

Adam Gontier è uno che incazzato c'è stato sempre. Che se l'è presa con le droghe che aveva assunto, con i pregiudizi nei confronti della gente di strada dei rocker, con ex amate non più corrispondenti, con l'umanità in generale. Sfogando tonnellate di frustrazioni con quel timbro sempre sofferto, a volte graffiato, a volte struggente, a volte stridulo, ha portato -da frontman ma anche da main composer- i Three Days Grace alla vetta di quel particolare genere, tanto amato dal pubblico nordamericano quanto unanimemente bistrattato dalla critica, che prende il nome di post- grunge.

Nel 2013 però il giocattolo si rompe, e dopo lo strombazzatissimo ma mediocre "Transit of Venus", in modo non esattamente amichevole, Gontier manda la sua band a farsi benedire. Come prevedibile, però, la faida altro non è che materiale per nuovi brani, e ci vogliono soltanto due anni perché prenda vita il supergruppo (a proposito, perché si dice "super" gruppo anche quando le band d'origine sono da tutti considerati poco importanti? E se si forma una band con membri di due supergruppi cosa si ottiene? Un ipergruppo?) Saint Asonia, insieme a Mike Mushok degli Staind alla chitarra, a Corey Lowery (Eye Empire, Dark New Day) al basso e Rich Beddoe (Finger Eleven) dietro le pelli.

"Saint Asonia" s'apre dunque con il main single "Better Place", dove si allude chiaramente allo split di due anni fa, urlando -perdendo un po' di misura e controllo, e palesando un certo cale vocale rispetto ai tempi d'oro di una "Animal I Have Become"- emblematiche strofe "I'm in such a better place without you around". Bordate quasi alternative metal si susseguono senza soluzione di continuità, in un album che ha sicuramente dalla sua la virtù della compattezza: i toni si fanno di violenta rivalsa, sull'up-tempo "Let Me Live My Life" e sulle sue colorite metafore (non una novità) che raccontano con scioltezza di coltelli piantati in schiene; oppure ci si fa mesti e disarmati, sui cori e sulle atmosfere della sostenuta e malinconica "Dying Slowly".

Le pochissime svolte affrontate in tracklist, però, finiscono per far rimanere il disco a secco di sorprese già dalla terza-quarta canzone, con la formula strofa urlata - ritornello più urlato - strofa urlata - ritornello più urlato - bridge lento - ritornello ancora più urlato che viene ripetuta sostanzialmente in tutte le tracce, e arricchita qui e là soltanto da qualche rumoroso assolo di note shreddate con un certo coefficiente di casualità. Un paio di ballate (la discreta e radiofonica "Leaving Minnesota" in conclusione, e la convincente "Trying To Catch Up With The World") riescono a spezzare la monotonia di un album che forse sarebbe impossibile da ascoltare per intero, ma non a spostare più di tanto un'asticella a quel punto già bloccatasi sull'assoluta mediocrità.

Per rilanciare una carriera, probabilmente, sarebbe stato opportuno osare, rimettersi in gioco, cambiare. Di certo, non pubblicare un album che sarebbe sembrato derivativo già nel 2007 se pubblicato col nome della propria precedente band. "Saint Asonia" non è un disco terribile (anzi, si fa ascoltare meglio delle ultime opere di Breaking Benjamin e Seether, senz'altro dell'orrore realizzato dai 3DG con il nuovo frontman Matt Walst) ma è un disco che nulla aggiunge e nulla toglie a una discografia o a uno scaffale. Inconcludente, se si vuole essere gentili. Inutile, se si vuole essere cattivi.



01. Better Place

02. Blow Me Wide Open

03. Live My Life

04. Even Though I Say

05. Fairy Tale

06. King Of Nothing

07. Waste My Time

08. Dying Slowly

09. Trying To Catch Up With The World

10. Happy Tragedy

11. Leaving Minnesota

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