House Of Lords
Saint Of The Lost Souls

2017, Frontiers Music
Melodic Rock

"Saint Of The Lost Souls" si poggia sulla coesione tra i tre membri principali della band e risulta sicuramente compatto, contenendo una serie di brani vari e godibili come i nostri hanno già dimostrato, ma anche meno ispirati di quelli contenuti nei migliori lavori degli ultimi anni.
Recensione di Mattia Schiavone - Pubblicata in data: 21/03/17

Per tutti gli appassionati di melodic rock il nome degli House Of Lords non è certo una novità. La band capitanata da James Christian è infatti da quasi 30 anni tra i leader del movimento e durante tutta la sua carriera (condita anche da una lunga pausa e diversi cambi di formazione), si è sempre dimostrata come una garanzia, mettendo in fila una serie di lavori di alto livello. Ancor di più negli ultimi anni, gli House Of Lords sembrano aver trovato grande continuità, sia in termini musicali che dal punto di vista dai membri. È infatti da più di 10 anni che Jimi Bell e BJ Zampa suonano nella band con Christian, e l'affiatamento del nucleo formato dai tre è senza dubbio una delle principali ragioni (come ci ha spiegato lo stesso cantante nella nostra recente intervista) del grande livello di forma della band, che ultimamente ha rilasciato moltissimi dischi in poco tempo senza tradire mai le aspettative.

 

Questo discorso può essere applicato con qualche riserva anche a "Saint Of The Lost Souls", nuovo album degli House Of Lords, che oltre ai tre citati prima, vede l'inserimento al basso di Chris Tristram. Il lavoro si poggia infatti sulla coesione tra i tre membri principali della band e risulta sicuramente compatto, contenendo una serie di brani vari e godibili come i nostri hanno già dimostrato, ma anche meno ispirati di quelli contenuti nei migliori lavori degli ultimi anni (come ad esempio "Cartesian Dreams"). Il preciso drumming di BJ Zampa fa da motore e sostiene a dovere gli onnipresenti duetti tra tastiera e chitarra, punto di forza di molti brani. Particolare menzione va fatta a Jimi Bell, probabilmente il migliore tra i suoi compagni. La sua chitarra infatti guida con maestria l'ascoltatore all'interno di ogni brano, muovendosi tra delicati arpeggi, riff dichiaratamente hard rock e assoli che in ogni caso impreziosiscono i brani, senza mai sfociare nel semplice virtuosismo fine a se stesso. I pezzi risultano quindi ben costruiti, ma sono in alcuni casi meno incisivi di quanto ci si aspetti dalla band.

 

I brani poggiano le fondamenta sul classico sound sviluppato negli anni dalla band, addolcendolo però in più di un occasione e smussando gli angoli. Gli assalti quasi hard rock si limitano a qualche episodio e tra questi possiamo citare l'opener "Arlequin", che presenta una certa teatralità fin dalla lunga intro e la titletrack, resa uno degli highlight del disco dalle sferzate di Bell. Non mancano neanche le delicate ballate, tra le quali spicca l'emozionante "The Sun Will Never Set Again", accompagnata dalla chitarra acustica. In mezzo ai due estremi si trovano la maggior parte degli altri brani e sono molti i mid-tempo guidati come sempre dall'ugola del leader della band, che pur non essendo in forma come in altre occasioni, riesce comunque a incidere in diversi pezzi, come "Concussion".

 

Con "Saint Of The Lost Souls" gli House Of Lords consegnano ai posteri un altro album di buon livello, ma meno ispirato e incisivo rispetto agli ultimi lavori. In ogni caso Christian e compagni rimangono, con questo disco, uno dei punti di riferimento del melodic rock e tutti i fan potranno comunque dirsi soddisfatti di questa piacevole nuova raccolta di canzoni, da ascoltare attendendo magari il prossimo tour della band.





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