Sammy Hagar
Sammy Hagar & Friends

2013, Frontiers Records
Hard Rock

Recensione di Chiara Frizza - Pubblicata in data: 29/10/13

E’ ormai il momento di aggiungere un nuovo titolo alla lunga e variegata discografia del cantante e chitarrista americano Sammy Hagar:  ciliegina sulla torta del tour americano che si è concluso il 7 di Settembre,  alla fine dello stesso mese è stata pubblicata infatti l’ultima fatica del rocker, intitolata “Sammy Hagar & Friends”. E chi sono questi friends?  per la prima volta nella sua carriera, il buon Sammy si è circondato di amici e colleghi per lavorare tutti insieme alla realizzazione del disco. Tra i nomi spiccano quelli di Kid Rock, Michael Antony (ex Van Halen), Neal Schon (Journey), Chad Smith e Joe Satriani (Chickenfoot),  ma è lungo l’elenco dei musicisti che hanno collaborato ai dieci brani inclusi nell’album. Inediti (pochi) e cover quantomeno curiose per un totale di dieci brani, prodotti dallo stesso Hagar insieme al produttore John Cuniberti, in un breve viaggio tra rock, country e blues.

 

Come già detto, gli inediti sono pochi, ed è giustamente uno di questi ad inaugurare l’album: “Winding Down”, con il suo sound tipicamente country, accattivante nella melodia e critico invece nel testo (salta all’occhio –anzi, all’orecchio –il verso “put the man on the Moon, but we can’t feed the children”) apre dignitosamente  la strada per la successiva “Not Going Down”, scritta da Jay Buchanan (Rival Sons) appositamente per Hagar. Qui è la chitarra elettrica a farla da padrone, insieme alla voce, che appare per altro in ottima forma, in un brano che ricorda abbastanza da vicino quell’hard rock che ha reso celebri i Van Halen, nei quali per altro lo stesso Hagar ha militato per diversi anni, guadagnandosi l’annessione alla Rock N’ Roll Hall Of Fame. Si sente il tocco di Kid Rock e soprattutto quello di Joe Satriani nell’assolo di “Knockdown Dragout”, il brano più energico del full-length, prima del ritorno al country –blues con “Father Sun”, altro piacevole inedito che vede anche la collaborazione del primogenito di Hagar, Aaron, e “All We Need Is An Island”, dalla melodia lenta e dolce ulteriormente addolcita dalla voce della chitarrista e cantante americana Nancy Wilson, leader delle Heart negli anni ‘70.

 

Apprezzabile anche la scelta delle cover e la loro esecuzione, con una sola eccezione: la voce di Hagar si trova a suo agio su brani come “Ramblin’ Gamblin’ Man” (Bob Seger) o “Bad On Fords And Chevrolets”, non molto lontana dalla versione originale forse anche per la compresenza dell’autore originale del brano, Ronnie Dunn; ottima anche la scelta di “Margaritaville”, un pezzo datato 1976 permeato dalle tipiche sonorità folk rock americane di quegli anni che certo non stona in questo disco. L’unica, vera nota stonata è la terza traccia, (forse collocata così presto nella tracklist perché l’ascoltatore possa poi dimenticare con ciò che segue?) la versione Sammy Hagar di “Personal Jesus”. Proprio lei, sì, il celeberrimo brano dei Depeche Mode. Chiunque conosca il brano sa anche che ciò che l’ha reso così celebre è soprattutto la voce pressochè inimitabile di Dave Gahan, profonda e sensuale, in contrasto con le parti elettroniche della canzone. Nonostante l’anima blues del pezzo originale, la voce di Hagar e la chitarra elettrica non si sposano particolarmente bene con questo brano e il risultato è una cover sì personale, ma un po’ troppo dissonante rispetto alla versione originale e anche al resto di questo album, nel quale appare fuori posto.

 

Va detto, è l’unico passo falso di Hagar in questo album: l’atmosfera leggera lo rende un album godibile e approfittando dei suoi 40 anni di carriera porta l’attenzione su colleghi e brani quasi dimenticati o addirittura sconosciuti, almeno in questa parte del mondo. Il pubblico americano, infatti, potrà apprezzare “Sammy Hagar & Friends” molto più della maggioranza del pubblico europeo (ed italiano), dove alcuni artisti o alcune canzoni sono sempre rimasti di nicchia. Di certo, è l’occasione per scoprirli – o riscoprirli.





01. Winding Down

02. Not Going Down

03. Personal Jesus

04. Father Sun

05. Knockdown Dragout

06. Ramblin’ Gamblin’ Man

07. Bad On Fords And Chevrolets

08. Margaritaville

09. All We Need Is An Island

10. Going Down (Live in Studio-Take 1)

 

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