Santa Cruz
Bad Blood Rising

2017, M-Theory Audio
Sleaze metal

Recensione di Isadora Troiano - Pubblicata in data: 12/12/17

I Santa Cruz sono una giovane band finlandese il cui debutto sulle scene dello sleaze/glam scandinavo moderno con un album d'esordio, "Screaming For Adrenaline" (2013) ha letteralmente fatto il botto nella scena. Con il loro stile aggressivo e potente, una buona dose di bravura tecnica e l'attitudine tra il glam anni '80 e il punk, c'erano tutte le premesse per tenere d'occhio questi quattro ragazzi venuti dal freddo e per sperare in un'evoluzione interessante.

Quattro anni e due dischi dopo, questa evoluzione non è ancora avvenuta. L'ultimo lavoro "Bad Blood Rising" non si discosta particolarmente dai precedenti, contiene tutti gli elementi sopracitati, stile, tecnica e attitudine. Solo che, quattro anni e due dischi dopo, non bastano più. Con "Bad Blood Rising" i Santa Cruz semplicemente si accomodano sugli allori e non si sprecano: undici tracce che raccolgono a piene mani da quanto già fatto dalla band e dagli stereotipi del genere, il tutto confezionato in un bel pacchetto sgargiante per attirare l'attenzione e lusingare l'ascoltatore a una prima analisi superficiale.

Ma andando a fondo, tra riff affilati e ballad strappalacrime, tra vaghe incursioni nel metalcore melodico e testi da battimani per strizzare l'occhio un po' a tutti i generi più in voga al momento, la sostanza semplicemente manca. C'è la tecnica, questo lo si è già detto, e sicuramente c'è la voglia di piacere a una fetta di pubblico il più larga possibile, ma le idee sanno di già sentito e la buona fattura, così come l'aggiunta di personalità e grinta, non sono abbastanza per dare a questo disco la possibilità di lasciare il segno.
 
Si parte con "Young Blood Rising" che è un inno all'essere outsider, pecore nere ed è anche l'emblema dell'andamento dell'intero disco; il riff portante è convincente e le chitarre la fanno da padrone, mentre il resto della line up resta un po' nell'ombra, con parti di batteria piatte e basso al limite del non pervenuto. Stessa cosa vale per il successivo pezzo, il singolo "River Phoenix", che oltre a scomodare l'attore defunto come simbolo di perdizione e di vita spericolata, introduce il già citato "occhiolino" al metalcore melodico nel ritornello, il tutto accompagnato da cori ad hoc per l'incitamento del pubblico dal vivo.  I primi secondi della terza traccia "Fire Running Through Our Veins", con l'accenno di blues sporco fanno ben sperare ma è un'illusione che dura poco perché la formula si ripete ancora e gli assoli più spericolati non riescono a risollevare la situazione.
 
Il ritmo rallenta un po' con l'arrivo la ballad "Breathe", tutto sommato una buona canzone se non fosse per un particolare: il fischiettio iniziale con sottofondo di chitarra acustica, che porta alla mente dell'ascoltatore un po' troppi ricordi.
I Santa Cruz tornano a spingere sull'acceleratore e si susseguono una serie di pezzi che corrono veloci, fin troppo veloci, ma non lasciano granché alla fine dell'ascolto: il drumming resta poco convincente anche se si spinge leggermente più in là rispetto alla prima parte del disco, le chitarre si rincorrono in riff e assoli di ottima fattura ma sempre con poche idee alla base. La nota positiva è data dal cantato graffiante e aggressivo del carismatico vocalist Archie Cruz, che aggiunge un tocco di personalità al tutto.

A conclusione del disco, oltre al reprise del brano "River Phoenix", arriva un'altra ballad "Get Me Out Of California", studiata appositamente per il live e per creare un'atmosfera da accendini in aria, anche qui un pezzo con buone potenzialità ma dalla realizzazione fin troppo scarna.
I Santa Cruz sono una band giovane e con tutte le carte in regola per venir fuori dalla massa, ma, forse troppo soddisfatti del successo già ottenuto, non hanno trovato motivazione sufficiente per andare oltre agli stereotipi del loro stesso genere, oltre i testi e le tematiche tra il ruffiano e lo stantio, sesso droga e rock'n'roll come se fosse ancora il 1985. C'è la carica e c'è il talento, manca il coraggio di mettersi di nuovo in gioco ed essere realmente la "voice of the new generation".




01. Young Blood Rising
02. River Phoenix
03. Fire Running Through Our Veins
04. Drag Me Out of the Darkness
05. Breathe
06. Voice of the New Generation
07. Back From the Dead
08. Bad Habits Die Hard
09. Pure Fucking Adrenaline
10. Get Me Out of California
11. River Phoenix (Part 2)

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