Scarecrown
No Time To Retreat

2013, Autoproduzione
Alternative Metal

Recensione di Stefano Torretta - Pubblicata in data: 13/12/13

Gli Scarecrown, formazione italiana proveniente da Pordenone, ritornano a deliziare i propri fan con questo secondo album. I cambi in formazione tra la precedente uscita (“Letters From The Darkness”, 2008) e l’attuale sono stati abbastanza sostanziali, con la partenza di tutta la sezione ritmica e del secondo chitarrista. Fortunatamente, i due elementi originali dai quali ha avuto origine il progetto Scarecrown, ovvero Antonella (voce) ed Andrea (chitarra e seconda voce), sono rimasti a tenere le redini della formazione, con il vantaggio di una continuazione creativa che prosegue il discorso iniziato con “Letters From The Darkness” senza strappi di sorta. A rinfoltire la formazione sono stati chiamati due nuovi elementi, Ale (basso) e Grave (batteria), optando così per un gruppo più ristretto senza un secondo chitarrista, in controtendenza con quanto proposto sul primo album.


Gli Scarecrown si dilettano a giocare con gli elementi dei diversi generi, realizzando così un suono molto moderno, capace di passare da momenti pesanti con aperture thrash ad altri molto più melodici. Il vero punto di forza della formazione è la voce di Antonella, calda e piena, capace di regalare personalità ad ogni interpretazione, sia che debba essere aggressiva o delicata. I confronti in questo caso portano subito a pensare a Cristina Scabbia o Sandra Nasić, ma non ci troviamo di fronte ad una pura sudditanza nei confronti delle due più blasonate colleghe. Il talento e la versatilità della cantante degli Scarecrown le permette di risultare perfettamente originale.


L’intro strumentale che apre “No Time To Retreat”, carica di elettronica e basi industriali, è perfetto manifesto di quanto verrà proposto nei successivi dieci brani, e la seguente “Welcome The Dragon” non è da meno, mostrandoci il lato più potente della formazione friulana grazie ad un riff che si fa ricordare e all’interpretazione sempre ottima di Antonella. Se da una parte è la voce della cantante ad essere uno dei punti fermi sui quali si basa la formula musicale degli Screcrown, dall’altra parte è indubbio che siano i graffianti e violenti riff del chitarrista a caratterizzare le composizioni dei friulani. “The March” riprende la formula vincente e la modifica quanto basta dando spazio a momenti più calmi dove poter mettere in mostra la versatilità della voce della cantante. “Dirty Mouth” permette di mostrare un’apertura più groove, dove trovano perfetto spazio anche le growls del chitarrista, ottimo contraltare alla voce pulita di Antonella. “My Empty Lightness” alleggerisce notevolmente i toni, e ci regala una voce molto più piena. “No Time To Retreat” e “Tread On My Way” proseguono sulla strada aperta dalle composizioni precedenti. “No Place For A Lonely Boy” sposta nuovamente il tiro, con una chitarra che suona meno pesante e violenta del solito ed una interpretazione vocale capace di mutare a seconda della progressione del brano. I tre brani a chiusura dell’album (“Against The Sun”, “Bite The Bullet” e “Last Piece Of This Path”) ci riportano invece verso lo stile più collaudato degli Scarecrown.


Giunti alla fine dell’ascolto dell’album non si può non riconoscere che il sound proposto dai quattro friulani sia molto intrigante e di sicura presa su di un pubblico alla ricerca di materiale moderno, ma alla lunga, dopo un ascolto continuato, rischia di risultare anche controproducente, presentando, nella maggior parte dei casi, delle sonorità che risultano molto simili da un brano al seguente, non permettendo così una facile riconoscibilità dei singoli brani. Ed è un vero peccato perché prese singolarmente molte delle composizioni presenti nell’album risultano estremamente accattivanti e con una propria personalità.


Con “No Time To Retreat” gli Scarecrown si dimostrano una band in continua crescita, solida e con ottime capacità di scrittura ed a cui basta solamente un piccolo altro passo per compiere il salto di qualità verso un contratto con un’etichetta di peso.





01. Feel The Blackie (Intro)
02. Welcome The Dragon
03. The March
04. Dirty Mouth
05. My Empty Lightness
06. No Time To Retreat
07. Tread On My Way
08. No Place For A Lonely Boy
09. Against The Sun
10. Bite The Bullet
11. Last Piece Of This Path

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