Questi ragazzi hanno riesumato non solo formazione modello (trio batteria, chitarra, basso/voce), attitudine e stile ma anche soluzioni musicali tipiche di quel periodo e di quella zona; l'album corre nelle orecchie e fa battere il piede. Solo per un po' però. Sì, perchè viaggiare nel tempo può anche essere irritante. Potresti anche sorridere alla scelta di mixare la voce collocandola lontanissima dagli altri strumenti, con un riverbero ed echi fuori controllo, più o meno come negli album degli Exciter; diciamo che a volte è meglio la vaghezza dei riverberi (anche se ti impediscono di decifrare una sola parola) di un cantato nitidamente piatto e ripetitivo. Poi ti sorprendi a chiederti che necessità ci sia oggi - 2017 - di utilizzare un missaggio che scimmiotta l'analogico scrauso di trent'anni fa, quando si può fare molto meglio senza rinunciare alla patina vetusta. Anche gli Evile, i Municipal Waste, i Fueled By Fire guardano all'indietro, ma non dimenticano dove si trovano.
Concediamo alla band un bel tiro, titoli evocativi e testi spassosi, ma questo non basta a dare lustro a brani che ripropongono - papali papali - stilemi metal già sentiti in tutte le possibili salse, e che possono stupire solo chi si affacci al genere ora per la prima volta. Sebbene la band si definisca sulla sua pagina Facebook "una nuova forza nell'heavy metal", c'è ben poco di nuovo sotto al sole. Brani anche trascinanti come "Master Of Mayhem", "Satanic Panic", l'epica "Evil Dead" o "Steel God" non bastano a risollevare un disco terribilmente prevedibile e che costringe a continui confronti con band del glorioso passato che gli Stalker evocano senza ricreare davvero. Ottimo se sei aficionados irriducibile di "Hell Awaits" degli Slayer, Exciter, Mayhem e compagnia thrashante, ma senza spingersi oltre il 1983. Altrimenti trascurabile.