Il ritorno degli Shinedown va a rafforzare l'offerta di singoli pesanti che alcune radio hanno già osato inserire in rotazione - "Asking for It" e "Cut the Cord" - e impone una seria riflessione sugli scenari che il genere di appartenenza sta disegnando, o affossando. Di che cosa vanno alla ricerca i quattro di Jacksonville? Se un voto ci è chiesto è sicuramente influenzato dalle capacità di chi ha mixato e agli autori degli arrangiamenti di "Threat to Survival", perché vanno a consegnare nelle mani degli acquirenti un prodotto lustro e lucido. Meno luminoso in assoluto rispetto all'intera discografia Shinedown, il nuovo album è la perfetta esecuzione dei principi teorici che la band incarna da ambasciatrice di un'attitudine Rock incentrata sul risultato più che sul modo di perseguirlo.
"Black Cadillac" e "Misfits" rallentano un ritmo complessivamente discendente che fa il filo al Soul e al Rap - è facile districarci in linee di batteria poco entusiasmanti - mentre le tastiere si impongono come la vera rivelazione - "How Did You Love" ne è l'esempio più lampante. L'album è ben fatto - e non poteva essere altrimenti - ma manca di mordente. Vuole spaventare per numero di canali impegnati in registrazione, ma ci si può far addormentare un neonato. Che gli Shinedown si stiano trasformando nei nuovi Nickelback dell'Hard Rock? Il prodotto è ottimo, ed il dubbio è lecito.