Bisogna ascoltarlo più di una volta quest'ultimo lavoro di Simone Piva & i ViolaVelluto per poter sentire sul fondo basso della lingua il sapore della polvere ed il calore asciutto del far west. Ma alla fine arriva. Questo dei SP&iVV é un disco che si colloca con coerenza stilistica tra le ultime produzioni nazionali di gruppi che non fanno musica per la nazione (quella dei grandi numeri intendo), ma di quelli che fanno musica più per accontentare se stessi che gli altri.
I tre di Cividale del Friuli hanno un suono potente, ruvido ed estremamente compatto in diversi passaggi, eredità non troppo celata di una struttura musicale d'oltreoceano anni '90. Si sente, trapela dai passaggi alla Pixies lento/veloce di "Vamos Companeros"; dal basso di Christian De Franceschi in "Ok Man" di novoseliciana memoria e da una bella "Fede abbi fede" che fa l'eco ad una ormai non più giovanissima "State of love and trust". Ma i veri punti forti di questo disco sono la voce di Simone Piva, valorizzata dalla sovraincisione che la gonfia e distorce all'occorrenza, come per esempio in "Scimmia", la canzone di apertura; i testi in italiano (che bello ogni tanto ascoltare qualcuno che quando canta non assomigli a Totò che arriva a Milano); i testi non impegnativi (il che non significa "non impegnati").
Insomma si lascia ascoltare "SP&iVV", anche se non sei un patito del genere, anche se il west é ormai pieno di cemento, anche se scorgi le vestigia della tua giovinezza musicale dietro ogni accordo, manca solo una cosa. Una ballata, una bella ballatona triste, cupa, straziante piena di morte, tristezza e risentimento come si conviene...ma c'è tempo. La tristezza arriverà, al momento giusto.