Prayers For The Damned è il quarto album dei Sixx: A.M. E' un album leggero, potremmo definirlo di easy listening. Con l'uscita dai Guns N' Roses di Ashba e il ritiro dei Mötley Crüe La band ha oramai trovato la propria quadratura: ognuno dei membri, con più tempo ed energie da dedicare al progetto, riesce ad integrare il proprio sound a quello degli altri. Questo fa si che, sebbene l'album non presenti particolari meriti innovativi, nessun picco creativo all'orizzonte e con qualche autocitazione di troppo, sia generalmente un lavoro dall'andamento uniforme: non troverete pezzi scintillanti, questo no, ma nemmeno saranno presenti le cadute di stile di "The Modern Vintage".

Il sound di questo nuovo lavoro è spiccatamente heavy e si regge, principalmente, sulle capacità di DJ Ashba la cui chitarra è la vera padrona dell'album: "Everything Went to Hell" ne è la piena conferma. In questa canzone lo strumento di DJ riesce a dar vita ad un riff musicale ma dal discreto impatto che ben si fonde con l'ispirata voce di James Michael e, se "The Last Time(My Heart Will Ever Hit The Game)" ha in se alcune sonorità tipiche del metal degli anni '80 che ricordano, forse troppo da vicino, il sound dei Mötley Crüe non mancano incursioni nell' hard rock con le canzoni "Rise", che apre l'album, "You Have come to the Right Place" e "I'm Sick".

Proprio Rise è stata scelta dal gruppo come singolo di lancio dell'album. Il suo stile ben si adatta alla trasmissione in radio.

"Prayers For The Damned", la title track, tra le canzoni dell'album spicca e si fa notare ma è "Rise Of Melanchony Empire", sapientemente messa a chiusura, a svettare come miglior prodotto dell'album: il suo sound malinconico ma potente e dall'ampio respiro è il segno che il mixaggio di James Michael, produttore oltre che cantante, è stato accurato e vincente.