Sixx:A.M.
The Heroin Diaries Soundtrack

2007, Eleven Seven Music
Hard Rock

Recensione di Paola Marzorati - Pubblicata in data: 23/10/13

Un suono quasi metallico. Voci inquietanti che sembrano appartenere alle creature di un incubo. E la voce di Nikki Sixx che legge la prima pagina del suo diario. “Welcome to my fucking life”. Benvenuti nell’incubo. Benvenuti nel 1987. Nell’anno che ha segnato la morte e la rinascita del bassista dei Mötley Crüe. Benvenuto al pugno nello stomaco, forte, cheti lascia qualche secondo senza fiato, come in apnea, con la mente che galleggia su un oceano di suoni, paure, paranoie, dolore, prima di sprofondare. Perché questo album, pubblicato nel 2007, non ti permette di stare in superficie. Ti risucchia, come in un vortice. Un vortice bellissimo ed inquietante che fa da colonna sonora al libro scritto da Nikki Sixx , “The Heroin Diaries, un anno nella vita di una rock star allo sbando”. Con la sua onestà brutale, i suoi contenuti estremi e un’intensità a tratti commovente, "The Heroin Diaries Soundtrack", pubblicato nel settembre del 2007, accompagna Nikki nel corso dell’anno durante il quale la rockstar ha toccato il fondo – fino alla coraggiosa decisione di rialzarsi e di ricominciare a vivere. “La cosa più assurda è che durante il periodo più buio e insensato della mia vita… scrivevo dei diari. […] Credo che, nella mia mente comatosa e rosicchiata dalla droga, quel diario fosse l’unica persona che mi capiva”, scrive così Nikki Sixx nell’introduzione del libro, raccolta di diari scritti per tutto l’anno 1987. E l’intensità di quei testi viene riproposta in musica da questo album, scritto con James Micheal alla voce e DJ Ashba, attuale chitarrista dei Guns ‘n roses, uniti sotto il nome di SIXX:AM.

Nobody would believe the shit happens inside my head
It’s haunted


L’album si apre con la voce dello stesso Nikki che legge brani tratti dal suo diario, creando un’intimità avvolgente e soffocante, che accompagna tutte le tracce e rende più forte l’impatto emotivo del disco. La forza principale di questo lavoro è proprio la capacità di insinuarsi in ogni crepa del nostro essere, fare leva e rompere l’armatura che ci siamo costruiti intorno, in mille pezzi. Farvi entrare la luce. Smascherare le bugie. Far cadere le barriere. Barriere che crollano come muri traballanti, spinte sempre più giù dall’intensità che la voce di James Michael riesce a raggiungere in ogni pezzo. Il timbro dolce e malinconico di pezzi come “Van Nuys” e “Girl With Golden Eyes” si scontra con la voce arrabbiata, incazzata, risoluta di”Pray for me” e “Life is Beautiful”, creando un’armonia che rende perfettamente le parole dello stesso Nikki: “incasinata, insicura, indeterminata, inutile… ecco com’è diventata la mia vita, ormai”. Come la vita di Nikki quest’album è come le montagne russe. Alterna pezzi lenti e sofferti a pezzi martellanti, con la chitarra di DJ Ashba che è in grado di cullare con arrangiamenti e assoli ogni sentimento, ogni parola, ogni emozione. Gli arpeggi dolci e melodici di “Tomorrow” e “Accidents Can Happen” si trasformano in un riff martellante, inquietante, che fa da cornice alla voce di Nikki, che ritorna prepotente a raccontare la sua storia, con un sottofondo musicale quasi da circo degli orrori, una colonna sonora perfetta per un film di Tim Burton. Un intervallo, una pausa, prima di essere catapultati di nuovo nell’incubo.

Look at yourself
Now you can’t hide the scars


Guardati. Ora non puoi più nascondere le tue cicatrici. Questo album le mette in mostra, le ferite di una vita, mai completamente rimarginate. Le trasforma in musica, in assoli sofferti, costellati di armonici, acuti almeno quanto il dolore delle lyrics che affrontano i temi più disparati: dall’uso di eroina, all’infanzia infelice, alla morte, a Dio e alla religione. Il ritmo che rimane incalzante ma fortemente melodico per i brani “Dead Man’s Ballet” e “Heart Failure” rallenta rapidamente, arranca, fino a ridursi ad una sola chitarra acustica in quella che sembra una rock ballad, una canzone d’amore dedicata ad una ragazza con gli occhi dorati, che parla in persiano ed è sempre al fianco di Sixx. Una canzone su quegli amore difficili, intensi, cannibali. Un pezzo sulla sua storia d’amore con l’eroina. Seguono due tracce corpose, che iniziano lente e poi si trasformano nell’inferno dei sentimenti, “Courtesy Call” e “Permission”, prima della fine, prima della voce di Nikki che ci assicura che l’incubo è finito, che siamo alla fine, che siamo sopravvissuti, noi con lui.

This is without doubt my life after death
Life comes after death
”.

Riemergiamo dall’acqua. Finisce l’apnea e ricominciamo a respirare a pieni polmoni, sentendo l’aria che prepotentemente chiede di entrare, riportandoci alla vita. C’è vita dopo la morte, ci assicura Nikki. E ora lo sappiamo anche noi. Sappiamo che si può ricominciare, che ci si può svegliare dall’incubo. C’è speranza nella sua voce alla fine del disco e nelle parole che concludono i suoi diari: “Voglio vivere senza chiedermi perché”. E noi con lui. 



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