La Morte Viene Dallo Spazio
Sky Over Giza [EP]

2018, BloodRock Records
Space Rock / Dark Ambient

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 03/08/18

Grazie agli sforzi collaborativi di USA e URSS la conquista dello spazio non ha più contorni utopici e i conseguenti frutti non tardano ad arrivare. Da una base dell'ONU decolla un missile diretto sulla Luna; tuttavia un'avaria ne modifica la traiettoria. Se il pilota riesce a salvarsi attivando lo sganciamento della navicella, il razzo continua la sua corsa solitaria sino a schiantarsi contro una fascia di asteroidi. La successiva deflagrazione determina la concreta possibilità di un violento schianto sulla superficie terrestre dei corpi celesti: il panico dilaga e gli scienziati cercano una soluzione al tremendo pericolo che incombe sul pianeta. Finalmente, quando ogni speranza sembra scomparsa, si fa strada una soluzione ingegnosa che scongiura la distruzione del globo. Gli appassionati di fantascienza riconosceranno nella trama testé riassunta "La Morte Viene Dallo Spazio" (1958), capostipite cronologico degli sci-fi movie italiani che sfrutta un apparato narrativo e immaginifico desunto dalla produzione hollywoodiana del periodo e il successo di progetti editoriali come i romanzi della collana Urania.


Probabilmente la scelta di un moniker identico al titolo del film di Paolo Heusch non costituisce soltanto l'indizio della passione dei membri di una band per un particolare cinema di genere, ma rappresenta una sorta di affermazione di primogenitura, o comunque di significativo peso, in un contesto locale che non include nel proprio carnet, a parte alcune eccezioni di ottimo livello, realtà dal taglio sonoro così singolare. Perché "Sky Over Giza", più che un EP, si rivela un flusso continuo di percezioni, una lunga escursione tanto nell'universo profondo quanto una sosta temporanea dinanzi alle porte d'accesso che permettono di vagabondare nell'immensità siderea. Non importa che si viaggi a bordo di veicoli di fattura antropica o aliena, che la Terra diventi essa stessa un vascello cosmico o che tocchi all'uomo trasformarsi in macchina per attraversare l'etere: buchi neri o satelliti sovrappopolati, la musica proposta dal gruppo lombardo dimostra che basta abbandonare la mente alle frequenze dell'infinito per avvicinarsi a mondi altrimenti irraggiungibili. Si avverte il fascino dell'influenza caotica, l'incertezza ai confini dell'orrore, del non detto, alla ricerca di una risposta, nell'attesa del Contatto. 


I nostri veleggiano sì tra le allucinazioni psichedeliche dei Pink Floyd di Syd Barrett e gli ondivaghi trip degli Hawkwind, ma sono soprattutto le vibrazioni krautrock degli Ash Ra Tempel, quelli, per intenderci, del periodo con Klaus Schulze, a ispirarli maggiormente: le suggestive cadenze ipnotiche e le atmosfere oniriche evocate dallo storico terzetto berlinese appaiono riprese in toto dall'ensemble nazionale, accorto però nell'evitare la baraonda orgiastica delle chitarre e delle percussioni caratteristica dei tedeschi. Nell'iniziale title track, cluster, effetti phaser e flauto creano infatti un tappeto armonico ronzante e iterativo: tocca al sitar, adagiato sulla glaciale freddezza dei synth, condurre le danze, aprendo varchi nei sotterranei delle foreste amazzoniche, negli edifici sacri delle civiltà precolombiane, nei villaggi delle tribù dell'Africa occidentale. Le cavità sincretiche dunque sinonimo di passaggio dimensionale per una Giza parallela: mentre carcasse affamate di vecchi astronauti minacciano la città, una voce femminile in delay si staglia sulle note funebri di "Zombies Of The Stratosphere" in compagnia dei lamenti spettrali del theremin. Giunge ora il momento per i superstiti di partire verso "Sigu Tolo", la Sirio dei Dogon; i fumi rituali evocati dal Moog e dal ritmo soffuso della batteria battezzano un approdo ricco di incognite che la dark ambient della fluviale "Fever" rende manifeste in maniera drammatica.


Pur abbeverandosi a celebri fonti anglo-teutoniche, in "Sky Over Giza" La Morte Viene Dallo Spazio rielabora con destrezza e tetra concentrazione un patrimonio lisergico europeo spesso oggetto di trascrizione fedele e non sempre originale: la soundtrack ideale per novelli psicopompi intergalattici.





01. Sky Over Giza
02. Zombies Of The Stratosphere
03. Sigu Tolo
04. Fever

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