Slidea
Il Verso dell’Uomo

2013, Nadir Music/Audioglobe
Crossover

Recensione di Alessio Sagheddu - Pubblicata in data: 16/01/14

Sembra una frase campanilista ma non è affatto così, credeteci. Soprattutto nell'ultimo periodo, ogni qualvolta ci viene proposto l'ascolto di una realtà italiana, è indubbio il nostro stupore nell'apprendere come il suolo di casa nostra abbia tanto da dire e da dare. Di questo non possiamo che essere fieri, soprattutto considerando che il rovescio della medaglia è un'Italia che si divide tra refrain sull'amore perduto o ritrovato, rapper che insultano altri rapper e quell'evanescente "lampo di genio" che si può captare in soluzioni cantautorali, le quali però restano in fondo incentrate sullo stesso motivetto di sempre, fossilizzate da anni sulla stessa ottava. È proprio facendoci largo tra questo pandemonio che siamo arrivati agli Slidea. I parmensi son in giro da un bel po', e dopo aver calcato i palchi di mezza Italia hanno focalizzato le loro forze su questo secondo album in studio intitolato "Il Verso Dell'Uomo".


Qual è il verso dell'uomo? L'uomo non ha un verso, ma possiede l'uso della parola, il che è molto peggio. Possiede anche il dono della scrittura e i Nostri in questo lavoro sfogano il proprio inchiostro sui problemi che caratterizzano la nostra società, le ambizioni, le guerre ed i conflitti che inevitabilmente portano a sentirsi emarginati, offesi o privati della propria libertà. Sfruttare anche il dono della musica, intrecciandola con quanto scritto nei testi, non è certo un impresa da poco, ma sembra che gli Slidea riescano nell'impresa con naturalezza. "Il Verso Dell'Uomo", infatti, è una lezione di stile sulla parola "crossover": un'anima rock onnipresente si sposa con virate modern metal, elettroniche, vampate funk e un groove inaspettato quasi quanto la vena progressive che alcuni brani celano dietro la loro struttura. Un cruccio che sembra aleggiare attorno agli Slidea è il canto in italiano, a detta di molti non adatto a questo genere; l'umile giudizio di chi scrive tende ad apprezzare la scelta, visto che un'altra lingua non avrebbe reso appieno l'impronta realistica dei testi.


La tripletta iniziale svela all'ascoltatore di che pasta è fatto quest'album: "Questione di Gravità" non esplode subito, sa farsi desiderare, si ciba del nostro interesse. Ma quando esplode centra il bersaglio. "Il Canto Della Sirena" attraverso una linea di basso che regge l'intera intro ci presenta una traccia non subito assimilabile, ma che una volta rivelatasi, spogliata del suo mistero, spinge la nostra voce verso la spudorata voglia di cantarne a squarciagola gli azzeccati vocalizzi. "Disordine Mentale" invece cela il proprio segreto dietro un'evoluzione elettronica che nasconde un quadro vocale molto potente. "Il Giorno del Giudizio" invece è una di quelle canzoni alla dott. Jekyll e mister Hyde dove dopo una veloce partenza a metà canzone il mood cambia: la voce avvolgente accompagnata da un piano esprime senza mezzi termini la complessività della vita umana tra giudizi, sbagli e errori della società in cui viviamo. "Xenofobia" prende invece una piega totalmente diversa, spiazzante: immaginate un tenore composto e avvolto nel suo smoking, rinchiuso in un market mentre a suon di lirica racconta storie di hamburger, kebab e surimi. "Rara Mente" e "Senza Tempo" risultano essere la due anime più brutali ed oscure dell'intero album seguite dalla plateale "Venite in Mezzo alle Urla". Nessun calo di concentrazione o interesse, nessun brano sfugge al nostro gusto.


Slidea: segnatevi questo nome signori miei, perché sentirete parlare ancora di questa band. Questo è uno di quegli album che ad ogni ascolto dice qualcosa in più del precedente, le sfumature strumentali risultano affermarsi con fermezza nella nostra memoria affermando anche una certa presa orecchiabile che, badate bene, non è caratteristica dei primi ascolti.





01. Questione di Gravità
02. Il canto della Sirena
03. Disordine Mentale
04. Sangue Sparso
05. Il giorno del giudizio
06. Xenofobia
07. Rara Mente
08. Senza Tempo
09. Venite in mezzo alle urla
10. Addio
11. Ore 08:00 stazione centrale

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool