Soror Dolorosa
No More Heroes

2013, Northern Silence
Gothic

Recensione di Stefano Torretta - Pubblicata in data: 16/05/13

I Soror Dolorosa, quintetto francese proveniente da Tolosa, tornano sugli scaffali con questo loro secondo album dopo l’ottimo debutto nel 2011 con “Blind Scenes” (preceduto due anni prima dall’EP “Severance”). Sebbene possa contare all’attivo solamente due album la band non è di certo composta da elementi alle prime armi: il cantante Andy Julia ha militato in un buon numero di formazioni black metal francesi (Nuit Noire, Mütiilation, Peste Noire, Celestia, Darvulia, Fornication) mentre Hervé Carles (basso) e Franck Ligabue (chitarra) provengono dal gruppo Funeraell. La band nasce a tutti gli effetti già nel 2001, realizza tre demo che vedranno una limitatissima diffusione, subisce diversi cambi di formazione e perfino uno scioglimento tra il 2003 ed il 2007, ma è solo con il 2009 ed il già citato EP “Severance” che finalmente riesce a raggiungere il grande pubblico e a trovare una sua dimensione artistica trovando ispirazione nella corrente darkwave degli anni ’80.

Dietro una copertina che non avrebbe sfigurato su di un album anni ’80 di Lita Ford o di Doro (che, nell’edizione tedesca, buca letteralmente, attirando all’istante l’attenzione anche del passante più disattento) ci aspettano nove tracce intrise di malinconia ed uggiosità, sensazioni perfettamente trasmesse dalla voce di Julia che riesce a passare da un tono profondo e decadente alla Andrew Eldritch dei The Sisters of Mercy ad uno più vicino a Robert Smith dei The Cure. E, a ben ascoltare, tutto l’album è giocato su questa dicotomia (nella quale, ogni tanto, si inserisce anche il Chris Isaak di “Wicked Game”: vedi la seconda traccia “Sound & Death”), non solo per quanto riguarda lo stile del cantato ma anche per la composizione dei pezzi: chitarre liquide e composizioni più eteree si alternano ad altre con riff più rocciosi (ma mai taglienti). Da lodare la base ritmica, con il basso quasi sempre in primo piano e la batteria che cadenza perfettamente i pezzi.

Da segnalare: sicuramente la prima traccia, “Silver Square”, graziata da un pulsante giro di basso che ci accompagnerà fino alla conclusione del brano e nella quale lo spirito dei The Sisters of Mercy è ben presente; “Hologram”, lenta e catacombale, dove l’anima più raffinata dei Soror Dolorosa si trasforma e la voce di Julia diventa un lamento proveniente dall’oltretomba; “Wormhole”, sognante ed eterea.

No More Heroes” è un gran bel disco, piacevole da ascoltare dal primo all’ultimo brano, suonato in modo impeccabile e con uno stile raffinato, ma soffre di una grave pecca: manca di originalità, suonando in tutto e per tutto come un figlio diretto delle due grandi band anni ’80 citate precedentemente. I Soror Dolorosa riescono comunque a piacere perché hanno bravura e classe che gli permette di non stancare l’ascoltatore nonostante il “già sentito” che permea tutto l’album, ma difficilmente saranno ricordati tra trent’anni come, come invece successo per le due band che hanno preso a modello.



01. Silversquare
02. Sound & Death
03. Dany
04. The Figure Of The Night
05. Hologram
06. Motherland
07. Wormhole
08. A Dead Yesterday
09. Exodus

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