Starship
Loveless Fascination

2013, Loud And Proud Records
Rock

Recensione di Paola Marzorati - Pubblicata in data: 02/12/13

Un ritorno agli anni 70 e 80. A quelli che hanno fatto innamorare chi li ha vissuti e chi non li vivrà mai. Un viaggio indietro nel tempo, questo è quello che l’ultimo album della band Starship ci permette di fare. Un viaggio attraverso il tempo fino agli anni migliori della musica, tutto nella durata di un solo album. 

Il nuovo album di inediti, “Loveless Fascination”, segna un punto importante nella carriera del gruppo, che è stato un dei più importanti della storia del rock ‘n roll, producendo importanti rock anthem come “We Built This City” e “Nothing’s Gonna Stop Us”. Formatosi come Jefferson Airplaines negli anni 60, l’incarnazione odierna del gruppo inizia nel 1979 quando Mickey Thomas si aggiunge a Paul Kanter nel tentativo di far rinascere il gruppo successivo ai Jefferson Airplanes, Jefferson Starship. “Loveless fascination” è il primo disco registrato in studio dal 1989 e un grande ritorno per la band di San Francisco. “Abbiamo iniziato e poi interrotto questo album così tante volte negli anni passati, ma una volta che abbiamo trovato la giusta persona per noi tutto ha iniziato a funzionare”, spiega Thomas, riferendosi a Jeff Pilson, musicista di grande talento e produttore dell’album. E infatti questo sembra l’album di una band rinvigorita, consapevole del suo passato ma concentrata sempre più sul presente.

Dieci tracce di puro rock classico, quello capace di mettere d’accordo tutti, i fan delle origini e quelli della nuova generazione. Una miscela di brani rock e ballad sincere, chitarre elettriche e acustiche. La track di apertura “It’s Not The Same As Love”, così come la potente “Technicolor Black And White”, dal sapore un po’ blues, hanno un suono heavy con potenti riff di chitarra e impressionanti assoli, che si amalgamano perfettamente ai toni più dolci delle ballad. Ballad che, nonostante la loro dolcezza, mantengono sempre una certa grinta e un certo appeal rock: “How Do You Sleep?”, “What Did I Ever Do?”, “Where Did We Go Wrong?”, “I Will I Get By?” e “You Deny Me”, tutte suonate con la chitarra acustica, intense anche e soprattutto grazie alla voce di Mickey Thomas, una voce graffiata, quasi imprecisa, e per questo dannatamente vera, in grado di adattarsi ad ogni tipo di canzone e di tirarne fuori il meglio. C’è qualcosa dei Bon Jovi, qualcosa degli Aerosmith, ma tutto miscelato con tanta abilità e tanta personalità. “You Never Know” richiama gli spunti pop della band durante gli anni 80,con un suono quasi commerciale, ballabile, mentre l’ultima track dell’album “Nothing Can Keep Me From You” è incorniciata da un grande coro gospel. C’è molto in questo album: una miscela vincente di pop e rock, un po’ di nostalgia, tanta voglia di andare avanti, il tutto suonato da mani esperte e molto capaci.

“Loveless Fascination”. Un fascino senza amore. E di amore parla questo album, di quell’amore che non funziona ma che, nonostante tutto, continua ad affascinarci, continua a tirarci a sé come una calamita. “Il tema principale dell’album ha a che fare con tutte quelle relazioni che non funzionano”, spiega Thomas. Molti sono i rapporti che non funzionano, anche per gli Starship. Ma almeno di uno possono stare certi: la relazione tra loro e il rock n roll è salda, è sicura, e lo è sempre stata, dagli anni sessanta ad ora.



01. It’s Not The Same As Love
02. How Do You Sleep
03. Loveless Fascination
04. What Did I Ever Do
05. Technicolor Black And White
06. Where Did We Go Wrong
07. Nothing Can Keep Me From You
08. How Will I Get By
09. You Never Know
10. You Deny Me

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