Steve'n'Seagulls
Brothers In Farm

2016, Spinefarm Records
Folk Rock

Una band improbabile, collocata in un quadro agreste, precisamente tra un tosaerba ed un pony; sono gli Steve 'n' Seagulls, cinque pallidi cugini finlandesi che danno un tocco "hillibilly" ai classici dell'hard rock e dell'heavy.
Recensione di Alessandra Manini - Pubblicata in data: 01/09/16

Nati come un fenomeno virale con milioni di visualizzazioni sul web, i "campagnoli finnici" rappresentano il lieto fine che sposa al meglio il sogno nel cassetto di ogni musicista; un video caricato su YouTube e come se nulla fosse, "tutto cambia".
Dopo il primo album "Farm Machine" che ha letteralmente fatto impazzire il pubblico, prima sul web e poi con date live, il 2016 ha consacrato gli Steve 'n' Seagulls con un tour mondiale e l'uscita ormai prossima, del nuovo album "Brothers in farm".
Un quintetto che per versatilità strumentale risulta un'insolita orchestra, dotata di originalità e gusto sperimentale capace di riadattare i brani con l'utilizzo di strumenti inattesi.
Remmel: voce solista, mandolino, chitarra acustica e balalaika, Puikkonen: batteria, percussioni e voce, Pukki: contrabbasso e voce, Hiltunen: fisarmonica, kantele mandolino e flauto ed infine Herman banjo, chitarra acustica e coro.

 

Fedeli alla formula del riadattamento cover in chiave "hillibilly" anche nel loro secondo lavoro, i cugini finlandesi miscelano la già citata "strumentazione inattesa" sulla tela di un genere frizzante ed euforico tra il folk rock e il country blues.
Sul web è già stato possibile apprezzare gli Steve 'n' Seagulls alle prese con un altro classico degli Iron Mainden, infatti dopo il successo di The Trooper è la volta di Aces High, nel video ufficiale troviamo immancabili mandrie di mucche al pascolo sovrastate dagli "assi del cielo", tenendo così fede ai riferimenti dei Maiden ai combattimenti aerei nella seconda guerra mondiale.
Per quanto riguarda "Brothers in farm" non possiamo far altro che abbassare il cappello di paglia in segno di rispetto e complimentarci con gli Steve 'n' Seagulls per la scelta ricercata e allo stesso tempo classica dei brani, riadattati sempre con maestria e divertente coinvolgimento.
Anche questa volta nell'album troviamo autori dell'Olimpo musicale, già affrontati nel primo lavoro della band, come i Guns 'n' Roses, AcDc, Metallica ed i connazionali Nightwish; tutti da scoprire invece i brani cover dei Nirvana, Steppenwolf, Megadeth, Sonata Artica, Deep Purple ed Offspring.
Difficile scegliere i brani ai quali tessere le lodi, perché sarebbe un torto non da poco per quelli che risulterebbero in secondo piano.
Nell'album pezzi più accesi e allegri come la sensazionale Sad but True dei Metallica o Self Esteem degli Offspring si alternano ad una nuova resa di The Pretender dei Foo Fighters assolutamente da scoprire.
Sono un insieme irresistibile di riff armonici quelli creati dagli addetti ai cordofoni, resi più profondi dal contrabbassista Pukki, le voci hanno tutto da raccontare, presentandosi in un gioco di cori su e giù per le ottave che risulta spesso una conversazione familiare accesa, il tutto arricchito dal metronomo esuberante Puikkonen e dal politrumentista Hiltunen.
Herman tra banjo e chitarra acustica crea un sesto componente della band, che con personalità vivace regala il contorno di un fuoco acceso in un distesa verde attorno al quale bastano gli amici di sempre ed uno strumento per animare una lunga notte d'estate, disegno che prende vita nell'esecuzione di November Rain.
Innegabile l'associazione tra i pezzi eseguiti dagli Steve 'n' Seagulls e i balli di una colorata festa folcloristica, insomma durante i live di questa band non può che essere strappato un sorriso e due passi di danza anche al più scettico tra la folla.

 

Il nuovo album non lo si può definire di certo una sorpresa, quanto una conferma da parte di una band che ha dimostrato da subito quanto il proprio sound potesse brillare di luce propria, regalando a canzoni conosciute e abitualmente ascoltate negli auricolari nuovi sfondi tutti da immaginare.





01. Aces High
02. Sad but True
03. Wishmaster
04. It's a long way to the top
05. You Could be Mine
06. November Rain
07. In Bloom
08. Symphony of Destruction
09. Fill Up the Tank
10. Burn
11. The Pretender
12. Self Esteem
13. Out in the Fields
14. Born to be wild

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool