Ruggisce Rintrah, e scuote le sue fiamme nell'aria appesantita. Nuvole affamate fino all'orizzonte. Semplice come è nato, si mosse il giusto, e fremente, nella valle della morte; rose appaiono dove crescono spine, e nell'arida brughiera cantano le api.
Poi, lungo il pericoloso cammino ha seminato, e su di un ruscello, in una fonte, su ogni picco e tomba e sulle ossa imbianchite si depone argilla rossa. Finché, fattosi furfante, lasciò i sentieri del semplice e condusse, nel pericolo, il giusto in terre brulle.
Un assaggio di Stoned Jesus è un morso al veleno. Ma la follia già germina e corrode in chi si approccia all'ascolto del tuono del demonio. Lande desolate, un tempo sentieri di draghi, ora occupate da locuste e scheletri, si attorcigliano concentriche nel Doom meschino della formazione ucraina, che provoca, evoca, distrugge, generando tunnel metallici che inglobano e filtrano il male per poterlo seminare, puro e trasparente, nelle sorprese dell'esistenza. Non rivive la divinità ma il suo profeta in The Harvest e le sue pesanti e colleriche cavalcate d'ira. William Blake sarebbe fiero di loro.