Street Dogs
Stand For Something Or Die For Nothing

2018, Century Media
Punk Rock

Recensione di Paolo Stegani - Pubblicata in data: 18/08/18

Abbaiano forte, questi cani randagi. Chissà dov'erano finiti, per quali strade vagavano. Tornano a svegliarci dopo 8 anni di silenzio, perché tanto è passato dall'ultimo lavoro in studio, l'omonimo "Street Dogs" (2008). La punk rock band americana nata a inizio millennio riesce ancora a far parlare di sé, con la prepotenza che l'ha sempre contraddistinta e soprattutto con un nuovo album, "Stand For Something Or Die For Nothing", dichiarazione d'intenti che dimostra come il tempo non scalfisca il nucleo della loro ideologia.

 

Mike McColgan e soci non possono non sapere quanto, ora più che mai, sia difficile sfornare qualcosa di godibile e originale. Gli 11 tentativi che compongono la tracklist non intendono tuttavia sconvolgere nulla, anzi, il contrario. Senza pretese, illusioni, inutili sforzi: da "Stand For Something Or Die For Nothing" a "Torn And Frayed" ci sono i soliti giri di accordi, i soliti cori, il solito messaggio di ribellione. E sì, c'è il solito buon vecchio, arrabbiato, divertente punk cui non ci si abitua mai. Perché il punk, checché se ne voglia dire, bisogna anche saperlo fare, e i Cani di Strada sanno farlo. Consapevoli del target cui appartengono, mostrano con orgoglio le cicatrici simbolo di una carriera giunta ormai alla piena pubertà. È punk costruito alla perfezione, dove nulla viene lasciato al caso. C'è attenzione e cura su tutto, ed è appagante accorgersene. Volutamente politico, volutamente arrabbiato ma anche volutamente positivo. I cori funzionano e trascinano, i ritornelli anche, e in nessun brano si sente la fretta di arrivare alla fine per paura di annoiare. E' tutto al proprio posto, dall'assolo centrale all'intro in crescendo: si trova tutto quello che ci dev'essere, esattamente là dove lo si deve trovare.

 

Difficile pensare che dal vivo "Working Class Heroes", "Lest We Forget" o la conclusiva "Torn And Frayed" non saranno esplosivi, ma questo lo capiremo durante le date dell'imminente tour europeo. Quando c'è da dire qualcosa viene detto, e la voce di McColgan è talmente convinta e morbida, anche nella propria cattiveria, da caricarsi spesso sulle spalle la responsabilità di far fare ad alcuni brani il salto di qualità di cui hanno bisogno. E funziona. "The Round Up" e "Mary On Believer Street" sono gran bei pezzi, e la sua voce la cieligina sulla torta. I richiami alla musica irlandese, come nel caso di "Other Ones", ci sono ma non eccedono, preferendo lasciar spazio a sonorità tipiche, le più classiche e che continuano a sembrare la veste migliore del gruppo. Ciò che conta di più è che quando si va a contare i pezzi convincenti della tracklist si devono usare due mani. Li si può ascoltare più e più volte, a ruota libera, senza uscirne annoiati o saturi. Non è poco, considerando la natura di per sé naturalmente ripetitiva degli arrangiamenti. È valso la pena attendere tanto, dato che il risultato finale è convincente ma soprattutto convinto.

 


"Stand For Something Or Die For Nothing" è un puzzle composto da tasselli per nulla sorprendenti che va però a creare, come riescono a fare solo band di un certo livello, un'immagine nitida e chiara di come gli Street Dogs vedano (ed amino suonare) il punk, così che chi ascolta, sia un esperto o meno, possa dare uno sguardo a quel mondo seguendo la traiettoria che il loro dito indica. Esattamente come ad una festa, ciò che conta è però lo spirito degli invitati. Ma in questo caso potranno rimanere sopresi anche i più prevenuti, quelli che pensavano si sarebbero annoiati o sarebbero rimasti volentieri a casa. Lo vedete? Anzi, lo sentite anche voi che ancora una volta è ora di far festa?





01. Stand For Something or Die For Nothing
02. Other Ones
03. The Comeback Zone
04. Angels Caling
05. These Ain't The Old Days
06. Working Class Heroes
07. Lest We Forget
08. The Round Up
09. Mary on Believer Street
10. Never Above You, Never Below You
11. Torn And Frayed

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