Striker
Striker

2017, Record Breaking Records
NWOBHM

Giovani canadesi con l'amore per il dolce eccesso degli anni '80: gli Striker escono con il loro self-titled di puro, nostalgico heavy metal
Recensione di Valerio Cesarini - Pubblicata in data: 16/03/17

L'ascoltatore moderno è stato spesso portato a storcere il naso davanti a quelle pacchiane, noiose reminiscenze degli eccessi degli anni '80 e '90 – ecco perchè si associa a quel modo di fare musica il solito cinquantenne con la parrucca.
Eppure, per quanto sia un cliché, è vero che la musica dovrebbe prescindere dal genere e dall'attitudine, purchè sia "ben fatta". Ed ecco dove si attestano gli Striker, peculiare band hard rock decisamente ispirata agli eccessi del passato, ma formata da musicisti di giovane età e con una spiccata consapevolezza del presente.


E così, nel 2017, trent'anni dopo il periodo d'oro a cui gli Striker si ispirano, esce il loro self-titled, il disco che dovrebbe essere la più importante dichiarazione di intenti, intenti che appaiono chiarissimi: si può fare glam metal senza risultare una macchietta o dei nostalgici datati. Tutto il caro, vecchio eccesso degli anni '80 esplode fin dalla prima traccia dell'album, "Former Glory": sì, ci sono chitarre taglientissime, copiose armonizzazioni, cori e acuti degni dei finnici urlatori di qualche decennio fa. 

 

E tutto ciò rimarrà costante per tutto il disco, sempre per ribadire che questa è la cifra artistica degli Striker, e nessuno può farci nulla. Cifra artistica condita da inequivocabili segni di modernità, dalla batteria cassa-centrica alla produzione più cristallina (fra l'altro, fatta in casa dagli stessi Striker), dalla quasi totale assenza di tastiere allo strizzare l'occhio al metal moderno, preciso e ripulito.


Questo per i nuovi ascoltatori della band. Perchè chi li segue da un po' di tempo, invece, lamenterà il problema opposto... Forse "Striker" non è un disco abbastanza glam. Proseguendo nell'ascolto, le tracce successive, pur condividendo la tematica e il carattere della opener, introducono un elemento di modernità particolare e forse non totalmente in linea con quello che gli Striker avevano proposto. Si tratta di tracce che molto probabilmente non avremmo potuto ascoltare negli anni '80 o '90: una forte componente alternative/industrial appare in "Pass Me By", fra riff imponenti e vocals innografiche. Di contro, un carattere hard&heavy incostante pervade la successiva "Born To Lose", con un ritornello sì tipico dei migliori Europe, ma incastonato in una struttura decisamente più anni 2000...In questo caso, in senso buono.

 

Questa alternanza più verso un Myles Kennedy che un Joey Tempest delle linee vocali si ripropone per tutto il disco, contrapponendo ai vibratoni nostalgici di brani come "Shadows in The Light" le linee più taglienti (ma attenzione, anche più "ordinate") di "Freedom's Call". Stesso ragionamento per la presenza di "inni", cori recitati, già visti in Pass Me By, riproposti nella traccia finale "The Curse Of The Death", dove seguono falsettoni mistici e riff incattiviti. E menomale che c'è l'onnipresente guitar solo a rimettere le cose in chiaro: qui non ci si può lamentare, il tono scavato, le scale ultraveloci e gli armonici in ogni dove, sprizzano anni '80 da tutti i pori.


La caratteristica principale di questo disco, e in generale del carattere degli Striker, quello che anche cambiando genere rimane nel DNA del gruppo, è un inguaribile ottimismo nelle intricate chitarre o nella cassa marciante, e in generale nella ben ponderata scelta di dedicarsi alla NWOBHM pur rimanendo neanche trentenni e ben consapevoli del periodo musicale in cui ci si trova.

 

Infine, il fatto che Striker sia come album che come gruppo, sia quasi impossibile da maltrattare, chè un po' di sano rock fa sempre bene, e soprattutto il fatto che sia un disco suonato e prodotto alla grande non fa che avvalorare la tesi, la cui unica macchia è la presenza di elementi, di cui già discusso, forse poco coerenti, o comunque, benchè necessari, non amalgamati alla perfezione.





1. Former Glory
2. Pass Me By
3. Born To Lose
4. Cheating Death
5. Shadows in the Light
6. Rock the Night
7. Over the Top
8. Freedom's Call
9. Curse of the Dead
10. Desire (cover di Ozzy Osbourne)

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