Suicidal Madness
Dégénérescence

2019, Wolfspell Records
Black Metal

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 02/07/19

Qualsiasi estimatore del depressive black metal conosce il peso specifico dei Suicidal Madness, entità esagonale che effonde da diversi anni la sua fredda e poetica malinconia. La sbornia a stretto giro di posta di "Le Larmes Du Passés" (2015) e "Illusions Funestes" (2016) faceva pensare a un terzogenito immediato; il parto di "Dégénérescence", invece, ha necessitato di maggiori cure e attenzioni, come se per riempire il Graal del dolore psichico fosse indispensabile qualche goccia liberatoria di spleen francese. Guidato dai due membri dei Sombre Croisade, Alrinack e Malsain, la band continua ad affinare la propria arte oscura, costruendo pietra su pietra un edificio cupo, un mausoleo abbandonato i cui ipogei gorgogliano di miserabile purezza e di cappi fatti scivolare intorno al collo. Estremamente sensibili alle atmosfere sinistre, i transalpini amano marciare sul suolo inquinato dalla negatività più profonda: questa volta, però, un barlume di (relativa) speranza emerge dalle fitte nebbie dell'avvilimento.

E dunque, dopo un breve prologo caratterizzato da arpeggi scheletrici e parole appena sussurrate, la gonfia "Désespoir" cade immediatamente preda degli artigli di Aratos, il demone dello sconforto; pattern torrenziali di batteria e chitarre sfrigolanti dal sapore di ruggine scuoiano un brano saturo di oscurità brutale e macabro lucore. I pezzi, dall'architettura dilatata, oscillano tra gli otto e i dodici minuti, a eccezione di "Solitude", instrumental dalla respirazione affannosa che, a tratti, emana una tristezza così remissiva da rasentare l'austera e geometrica Bellezza dell'horror vacui; "Haine", al contrario, investe il minimalismo burzumiano di acuti refoli cascadian.

La padronanza tecnico-compositiva raggiunta dal combo trova splendida testimonianza in "Corridor": il crescendo melodico della traccia, intervallato da sezioni in acustico dall'accordatura sghemba e tremolante, non impedisce che un'aura di decrepitezza dal carattere ripetitivo e minaccioso instilli veleno negli arti già fiacchi di Sisifo. Eppure, nel finale, le tastiere mortuarie di "Résilience" trasmutano in slanci emotivi post BM: significativo commiato di un disco carico d'angoscia, ma che accenna alla possibilità di un riscatto dalla sofferenza attraverso squarci di crepuscolare rassegnazione.

Opera di rara intelligenza e spessore, "Dégénérescence" rappresenta l'ennesimo album di ottimo livello di una formazione che riesce ad accogliere ed esorcizzare il Tormento senza cadere nella trappola del decadentismo di maniera: con i Suicidal Madness la musica diviene stato d'animo




01. Désespoir
02, Haine
03. Corridor
04. Solitude
05. Résilience

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