“Forza e avanti così", li avevamo lasciati in questo modo, con una frase in cui trapelava in egual modo, il nostro entusiasmo nell’averli scoperti e la speranza di ritrovarli ancora più sfrontati e convincenti del già ottimo lavoro fatto con il precedente "Viva La Faccia". Ed eccoli qui allora, i Sula Ventrebianco, band partenopea arrivata con questo nuovo “Furente” alla terza prova discografica.
Lo stupore musicale è secondo solo alla forza della parola, il vigore di un linguaggio veritiero che porta avanti –ora, come in precedenza- un discorso di emancipazione sociale nato sotto una libertà scritta a quattro mani. La guerra iniziata con il precedente lavoro, per quanto ci riguarda, prosegue tra gli spartiti furibondi di “Furente” (perdonate l’assurdo ed evidente gioco di parole) che schierando nuovamente l’espressività graffiante di Sasio Carannante, la chitarra di Giuseppe Cataldo, il basso di Mirko Grande e la batteria di Aldo Canditone, cerca di consolidare quella proposta stoner/alternative a cui siamo stati abituati. Durante l’ascolto sono comunque riscontrabili alcune movenze e ritmiche (sinuose e ammalianti nel loro componimento) che inconsciamente riportano all’ultimo lavoro di Josh Homme e dei suoi Queens Of The Stone Age, soprattutto nella figura musicale della riuscitissima “The Vampyre Of Time And Memory”; a conti fatti questo nuovo capitolo regala momenti d’ineccepibile maestria musicale ed emotiva, un esempio è sicuramente la contorta rotta ritmica e vocale intrapresa da “Allo Specchio”, sebbene, a combattere per lo scettro di brano migliore del lotto siano proprio “Lingua Gonfia” e “Di Striscio” (memorabile la ripetizione della frase di quest'ultima, "non mi prenderete mai, se corro come vi sento”)
Una buona produzione, un rinnovo d’ideali, musicali e non, che ad ogni uscita riprende senza auto citarsi, questo è tutto quello che racchiude la nuova release dei Sula Ventrebianco, ulteriore tassello alla discografia di una realtà che continua a sorprendere.