Death Alley
Superbia

2018, Century Media Records
Hard Rock

 "We always try to play with a primal soul, but also execute it with a somewhat classical precision."
Recensione di Sophia Melfi - Pubblicata in data: 25/03/18

Olanda, terra di mulini a vento, tulipani e rock'n'roll. E' proprio da questo incantevole luogo che provengono i Death Alley, un raro mix di "punk attitude" e diligente precisione musicale. Il nuovo album del quartetto olandese, "Superbia", si pone come obbiettivo primo quello di stravolgere il proprio background per creare qualcosa di innovativo e monumentale. Di certo, neanche all'epoca dei Pink Floyd o dei Led Zeppelin era consueto ascoltare e soprattutto suonare ciò che di fuori dal comune e dal proprio tempo queste stesse band erano riuscite a creare. Ed è questo ciò a cui aspirano i Death Alley: concepire qualcosa di memorabile sulla scorta dei modelli e delle fondamenta musicali di ogni membro all'interno della band.

 

"Superbia" racchiude in sé il classico e lo sperimentale cristallizzando questa dicotomia nel sostrato musicale da cui trae ispirazione, per modificarsi ad ogni singolo ascolto. "E' anche questo di cui parla "Superbia", di un posto in cui tornare, ma continuamente diverso." Il sound dei Death Alley parte dall'hardcore e dal punk per approdare alle oniriche dimensioni del progressive e psychedelic rock. Da subito evidenti sono infatti i riferimenti al rock old school di Led Zeppelin e Pink Floyd con prepotenti sfumature a metá tra il punk e l'heavy metal dei Motorhead, King Crimson, MC5 e The Stooges. Se capire da dove arrivino certe sonorità è un compito piuttosto semplice, più arduo sarà comprendere verso quali orizzonti musicali si stia dirigendo la band. "Superbia" è un disco all'interno del quale si coniugano due mondi contingenti, quello della musica e della spiritualità. Definita dal chitarrista Oeds Beydals nella nostra intervista una vera e propria "forma rituale", la musica è il mezzo attraverso cui le tensioni artistiche di ognuno confluiscono in un'unica dimensione in cui anche l'ascoltatore è reso partecipe. Un viaggio verso terre sconosciute, quello che si compie ascoltando "Superbia", un album fatto di rischi e sfide continue che esige sbalordire le aspettative del pubblico.

 

Graffianti riff di chitarra e ritmiche martellanti segnanoi brani più energici di "Superbia". Tra questi spicca "The Chain", in cui è da subito evidente il background heavy metal di riferimento della band. Una particolare attenzione è stata riservata anche alla sezione di batteria e alle parti squisitamente strumentali che costituiscono l'intro dai toni malinconici di "Feeding The Lion" e "Shake The Coil", traccia in cui hard rock e heavy metal si fondono in assoli di chitarra dall' "acid flow" e dalle intenzioni più sperimentali. "First you acknowledge that coil around your neck, then you shake it off!" L'album si chiude con "The Sewage", il brano che sintetizza perfettamente l'essenza del nuovo album, ovvero una sorta di melting pot che cresce verso la direzione di un sound che sia il più naturale e spontaneo possibile. Con "Superbia", i Death Alley hanno finalmente avuto modo di lasciare una significativa impronta nel sentiero del rock'n'roll contemporaneo, consapevoli dei rischi di un sound così fuori dal comune e desiderosi di conquiste e soddisfazioni che solo il pubblico infervorito di un live show saprà loro fornire. 





01. Daemon
02. The Chain
03. Feeding The Lions
04. Headlights In The Dark
05. Shake The Coil
06. Murder Your Dreams
07. Pilgrim
08. The Sewage

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