Atlas Pain
Tales Of A Pathfinder

2019, Scarlet Records
Pagan Epic Metal

"Tales Of A Pathfinder" è il secondo capitolo della saga dei pagan metallers italiani Atlas Pain.
Recensione di Matteo Poli - Pubblicata in data: 19/04/19

Dopo la calda accoglienza riservata da stampa di settore e metalfan al loro lavoro d'esordio "What The Oak Left" - 172esimo posto nella iTunes metal chart italiana - , gli Atlas Pain sono adesso pronti a spingere l'ascoltatore in un'inebriante epos steampunk, in viaggio verso la fine del mondo, facendogli scoprire luoghi ignoti e fiabeschi e culture occulte. Siamo a Londra, 1899; si annuncia il varo della più spericolata spedizione mai tentata: un viaggio di liberazione dal dominio delle macchine e del vapore che per lungo tempo hanno oppresso l'uomo.

 

Dall'opener "The Coldest Year" sino alla conclusiva "The First Sight Of A Blind Man" si dipanano i brani come capitoli di un'unica narrazione, isole sulla medesima rotta; dal punto di vista musicale, il lavoro si situa in una posizione di tutto rispetto nell'attuale panorama europeo pagan metal, declinato all'epico. Come per il precedente lavoro, il suond è potente e nitido, la produzione attenta alle sfumature, il songwriting solido. Forse unica pecca che possiamo imputare alla band (sempre che non sia una scelta consapevole) è una certa ripetitività nel ricorrere a soluzioni che sono, d'altra parte, il sale di chi segue ed ama l'epic/speed/power/pagan.


Né possiamo imputare alla band un'eccesso di "cantabilità" (certo, il vocale è growl; ma c'è growl e growl...); convince a pieno l'artwork a cura di Jan Yrlund (Korpiklaani, Manowar, Apocalyptica). Tra le tracce, spicca la suggestiva "Kia Kaha" con il suo incedere rituale e i cambi di tempo coinvolgenti; a noi, piace molto quando la band vira un poco verso il thrash/death, come in "Shahrazād", o quando distende il suo tappeto narrativo, come nella vasta e ambiziosa "Homeland". Insomma, un lavoro che convince ed in grado di sedurre anche chi non ama visceralmente il pagan metal o l'epic, che non è dir poco.





01. The Coldest Year
02. The Moving Empire
03. Hagakure's Way
04. Ódauᵭlegur
05. The Great Run
06. Kia Kaha
07. Baba Jaga
08. Shahrazād
09. Homeland
10. The First Sight Of A Blind Man

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