Cosa siamo diventati? Cosa ci resta da fare se non guardare, tristemente, dal basso, gli impercettibili fili che ci collegano ad un sistema mondiale, burattinaio spietato delle nostre vite? Non siamo nient'altro che elementi meccanici in una società senz'anima, cotta a puntino per il grasso pranzo di chi ci governa e ci spinge, con un'amichevole pacca sulla spalla, verso il baratro.
Un errore brutale, come si evince dal titolo del primo EP dei Terminal Bliss, uno sbaglio terribile, ma inevitabile. "Brute Err/ata" dipinge, senza fronzoli e con piglio provocatorio, il mondo in cui siamo immersi, dove il consumismo fagocita le necessità e la felicità apparente stampa falsi sorrisi sul viso delle persone, ormai depredate di qualsiasi sentimento.
Dieci minuti di un'intensità pazzesca, uno schiaffo violento volto a svegliare gli ultimi scampoli di speranza rannidiati nelle nostre anime plagiate dall'insaziabile e materialistica brama di avere. I fratelli Chris e Mike Taylor (ex Pg. 99) combinano assieme al batterista Ryan Parrish ed al bassista Adam Juresko per scalare ostinatamente la voragine in cui siamo intrappolati, un buco dove ci fanno sentire al sicuro, nutrendoci di bugie e promesse vane, mentre il mondo collassa sotto i nostri piedi. La violenza viene sprigionata senza un attimo di respiro: il crust punk nudo e crudo che fuoriesce dalle casse va ad incontrare l'hardcore più grezzo ed il grind, direzionando le orecchie verso gruppi come Black Flag, Negative Approach ed anche qualche elemento dei primi Napalm Death e Converge.
Il noise più doloroso si mescola agli scream dissennati del frontman che ci sbatte sotto gli occhi parole insanguinate amalgamate a tematiche di puro e bieco consumismo. Non siamo altro che merce di scambio, codici a barre nelle casse del potere. "Nobody left loves the sun - But when the sun is dead - they'll build a wall made out of glass with a sun in it" grida Chris Taylor nella devastante "8 Billion People Reported Missing" e prende idealmente a pugni un sistema sanitario ingannevole e, anch'esso, assetato di soldi, rievocando poi la morte del padre in "Clean Bill Of Wealth". Rimarca l'impotenza, l'incapacità di sentirsi qualcuno in un sistema in cui la voce umana viene costantemente rimpiazzata da nastri automatizzati e preregistrati in pezzi come"Anthropomorbid", "March Of The Grieving Droid" e "Hidden Handed Artificial Harassment Experiment Run Amok".
Il quartetto del Virginia apre le danze della loro discografia con un buonissimo EP, morboso, sporco in cui la dedizione e la volontà di cambiamento prevalgono su tutto: "Brute Err/ata" è l'ultimo sfogo della nostra coscienza, lo stadio terminale di sopportazione. Una lotta verace ad una piaga che ci attanaglia sotto gli occhi vigili dei potenti, un estremo, disperato, tentativo di rivedere la luce, quella vera.