Nonostante siano trascorsi appena due anni dal notevole "Retrogore", gli Aborted evidentemente non resistevano all'idea di indugiare troppo a lungo nella trappola seducente dell'inazione. La decima release in studio, "TerrorVision", ribadisce l'ottimo stato di forma dei belgi, finalmente con una line-up stabile, e sempre attenti a inserire, nel corso del tempo, variazioni ed eterogenee sfumature all'interno della cruenta macelleria death/grind. Sulla falsariga del full length precedente, i nostri lavorano in maniera egregia sulla componente armonica, amano rallentare il ritmo, innestano brandelli black metal nei break più sulfurei, coniugano groove e dissonanze: le sane bastonate la fanno da padrone, dosate però in modo equilibrato e tali da non apparire stolidamente gratuite.
Dopo che nell'intro synth e pianoforte sussurrano "Lasciate Ogne Speranza", la title track investe l'ascoltatore attraverso una gragnola di blast beat e un finger work preciso e tecnicamente ineccepibile: da qui in poi, il quintetto si rivela abile nel realizzare canzoni dalla struttura complessa, preferendo concentrarsi sull'atmosfera piuttosto che crogiolarsi nella violenza autistica. Ne rappresentano un esempio paradigmatico la bestialità ragionata di "Farewell To The Flesh" e "Vespertine Decay", ma non appaiono da meno "Visceral Despondency", nella quale spunta persino un quartetto d'archi, o le linee catchy di "Deep Red" e "Altro Inferno". In questo contesto costituisce l'eccezione che conferma la regola "A Whore d'Oeuvre Macabre", spudorato pezzo brutal che esibisce fiero il gargantuesco growl di Sven de Caluwé, singer di vaglia in grado, nel resto del lotto, di alternare (e alterare) le gradazioni del proprio registro vocale. La presenza di ospiti del calibro di Seth Siro Anton (SepticFlesh), Sebastian Grim (Cytotoxin) e Julien Truchan (Benighted) accresce l'appeal di un disco davvero ben costruito.
Gli Aborted, dunque, dimostrano di essere in continua evoluzione, impressione avvalorata oltretutto dalla scelta di trattare nei testi una tematica inconsueta per il genere come la nefasta influenza dei media nel mondo contemporaneo, evitando gli abituali e triti plot legati all'horror e al gore. Un approccio originale, che non può che costituire una boccata d'aria fresca nel panorama del terrorismo sonico europeo: e non stiamo certo parlando dell'entusiasmo di giovani leve dell'estremo.