Il presente EP "The Animal" vede una band alle prese con un alternative metal stile Alter Bridge in salsa britannica, aiutati nei propri intenti dal produttore Matt Hyde (Bullet For My Valentine, Trivium) che dietro il banco mixer provvede a conferire il giusto sound al materiale.
L'andamento a singhiozzo della title track trova risoluzione nelle aperture melodiche bilanciate da strofe in tinta scura, mentre "Shapeshifter" si apre con un riffing grasso che consiste nell'ossatura di una traccia tellurica, impreziosita da un intervento solista anni '80 che rende interessante il brano senza intaccarne l'omogeneità complessiva. Tuttavia, il pezzo forte del lotto è indubbiamente la conclusiva "Can't Carry On"; un mid-tempo corazzato che sfocia in un orecchiabile refrain che farà sfacelo nei prossimi live dei londinesi.
Caratteristica che contraddistingue i The Wild Lies è un maturo appeal radiofonico nei ritornelli, che pur cercando la melodia ad effetto mai finisce con l'assumere connotati stucchevoli. I passaggi più ariosi (spesso intessuti da belle stratificazioni vocali) alzano l'asticella qualitativa di questo lavoro che ha l'unico demerito di essere decisamente troppo breve. L'eccessiva stringatezza della tracklist ci impedisce infatti di formulare un giudizio più ampio e preciso sulla bontà compositiva del quintetto.
Concludendo ci sentiamo di dare fiducia all'ensemble di Londra auspicando che metterà maggiore carne al fuoco in tempi recenti, vista la latitanza di formazioni in grado di raccogliere l'eredità spirituale dei gruppi storici, la cui capacità di unire qualità compositiva a grandi numeri di consensi rimane tutt'ora ineguagliata.
Probabilmente la prossima partecipazione della band al Sonisphere sarà un ottimo primo passo verso questo importante traguardo.