Axel Rudi Pell
The Ballads V

2017, Steamhammer/Spv
Rock

L'album è, come da tradizione, una compilation di alcune ballad suonate o composte dall'artista teutonico a cadenza di cinque anni, seguendo, quindi, appieno la scia delle precedenti uscite a nome "The Ballads".
Recensione di Federico Falcone - Pubblicata in data: 21/04/17

A distanza di cinque anni dall'ultima fatica in studio, Axel Rudi Pell, guitar hero tedesco classe 1960, torna a far parlare di sé con un nuova release dal titolo "The Ballads V". L'album, fresco di uscita per Steamhammer/Spv, è, come da tradizione, una compilation di alcune ballad suonate o composte dall'artista teutonico a cadenza di cinque anni, seguendo, quindi, appieno la scia delle precedenti uscite a nome "The Ballads".

 

In questo caso sono dieci le tracce presenti su disco, compresa una novità interessantissima di cui l'artista si è detto ben lieto anche durante la nostra ultima intervista; per la prima volta, in una carriera lunga tre decadi, dietro al microfono troviamo un ospite, la cantante gallese Bonnie Tyler, volto femminile del rock anni '70/'80, con la quale lo storico singer Johnny Gioeli duetta in "Love's Holding On", pezzo inedito che apre la tracklist dell'album e che, tutto sommato, non spicca per originalità. Ben riuscita la cover di "I See Fire" del cantautore inglese Ed Sheeran, singolo divenuto celebre grazie alla sua presenza nella colonna sonora del film "Lo Hobbit - La desolazione di Smaug". "On The Edge Of Our Time" è il secondo inedito presente su disco; i quasi otto minuti che lo compongono, mettono in risalto tutta la passione di Axel Rudi Pell per la melodia e la ricerca di soluzioni stilistiche alternative, sapientemente elaborate dietro la sei corde. Canzone che, però, benché piacevole, in alcuni momenti rischia di annoiare l'ascoltatore, complice una lunghezza davvero eccessiva. Chiudono l'album "The Line" e "Mistreated", tracce live che danno la netta impressione di essere state inserite nella tracklist più per riempitivo che per altro.

 

In definitiva, la sensazione è quella di trovarsi di fronte a un album pubblicato più per tenere fede a una tradizione (quella della collana "The Ballad") che per ambizione artistica. Difficilmente un neofita dell'artista tedesco potrà apprezzare questo lavoro, mentre i fans più accaniti sicuramente potranno trovare al suo interno degli spunti apprezzabili.





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