The Birthday Massacre
Superstition

2014, Metropolis Records
Darkwave

Recensione di Alessio Sagheddu - Pubblicata in data: 24/01/15

Qualche anno fa, precisamente nel 2012, parlammo speranzosi e perché no, anche piacevolmente sorpresi, del quinto capitolo discografico dei The Birthday Massacre, quel Hide And Seek” che tanto sapeva di cambiamento, una prova che in fin dei conti voleva dimostrare che la musica della band di Toronto era tutt’altro che ridondante, non più adagiata sempre e solo sulla stessa frequenza sonora. La band, infatti, aveva dimostrato una maturità vagamente elettronica, volutamente distaccata da quella parte rock/metal che aveva portato alla ribalta (?) le precedenti uscite.

 

Un mondo di tramonti e nuvole a tinte viola, piccoli conigli tutt’altro che mansueti nascosti nell'ombra, accompagnati dall’eterna, malinconica, giovinezza di una Chibi, sempre in contatto con il suo mondo parallelo. “Superstition”, sesto album della band vorrebbe tanto porsi come perfetto successore di un ritrovato cammino sonoro ma anche come convalida di un sound che forse vuole mettere radici ed evolversi partendo da un punto fermo. Vengono quindi riprese quelle atmosfere elettroniche, squisitamente darkwave, sì vintage ma anche fresche nella loro composizione che svelano ancora una volta quell’anima pop/industrial che negli anni si è fatta sempre più avanti, uscita dopo uscita. Riaffiora ancora una volta anche la maturità vocale e stilistica della piccola Chibi, oramai ben lontana dai motivetti innocui degli esordi.

 

Act II: Una grande cantonata.

 

Proprio così, ancora una volta, ad ascolto ultimato rimane ben poco se non qualche algido refrain ed un pugno di canzonette prive di qualsivoglia mordente o interesse. In una tracklist che contiene dieci tracce solo poche si salvano dal più totale anonimato e stavolta non basterà adagiarsi sui piccoli pregi distribuiti con il contagocce lungo tutto il lavoro. Non sarà possibile assemblare alcune intro interessanti e ben riuscite per plasmare canzoni mai nate. Non basterà neanche argomentare, difendere o sperare in un futuro fiorente e proficuo. Non stavolta. Una volta ascoltato per intero, le rimembranze dell’album vi rimanderanno unicamente ad un solo brano: “Divide”.  L'unica canzone che si prende carico non solo di portare avanti un lavoro scarno di cui è traccia iniziale ma è anche una lezione a livello strumentale per la band stessa: mood semplice ma deciso, forte nella sua interezza, credibile. Badate bene, il brano in questione non è certo costruito su chissà quale struttura musicale ma è indubbia la sua forza radiofonica, proprio ciò che serve alla band di Toronto per andare avanti. Una grande delusione, insomma. La band canadese riesce solamente a dimostrare che il vero massacro, per i The Birthday Massacre, non è quello del compleanno.





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