The Clan
All In The Name Of Folk

2016, Scarlet Records
Celtic Punk Rock

Leggende irlandesi nelle pianure della Brianza.
Recensione di Alessandra Manini - Pubblicata in data: 07/07/16

Ascoltando "All in the name of Folk", l'album dei The Clan pubblicato nel 2016, non si può far altro che lasciarsi trasportare nella verde Irlanda, farsi avvolgere dai colori ambrati e più scuri delle birre locali nella cornice di un pub dal bancone in legno. Questa, è la magia dei "The Clan", brianzoli di nascita ma sicuramente irlandesi di adozione; un quintetto inaspettato che ha iniziato la propria avventura nel 2013 in seguito ad un incontro fortuito tra professionisti accomunati dall'amore per l'Éire.

 


Suoni folk e richiami celtic - punk creati ed amalgamati con maestria dalla band di Muggiò, guidata dall'energico frontman Angel Rock, voce e chitarra dai riff inconfondibili, accompagnato nei cori dal binomio sempre incalzante e mai banale, composto da Stefano Becce e Pietro Della Sala, rispettivamente basso elettrico e percussioni, il virtuoso Cisco Ricci padroneggia violino e mandolino e non ultima, l'impeccabile Chiara De Sio a cui sono affidati flauto e cornamusa.
Il quintetto brianzolo, ha trovato nel 2016 la propria consacrazione, con l'uscita del nuovo ed imperdibile album "All in the name of Folk", accompagnato da un tour estivo senza sosta tra i maggiori festival italiani, passando anche per Svizzera e Francia.

 


Un secondo album, maturo, dal risultato frizzante, quattordici tracce tra brani inediti, collaborazioni con artisti internazionali e cover reinterpretate in chiave folk, come la più che nota "It's a Long Way to the Top" degli AcDc.
Il lavoro dei "The Clan" resta legato alla tradizione popolare e alle abituali sonorità irish ma trovando giusto spazio all'identità della band che si presenta agli ascoltatori con un biglietto per attraversare, volendo citare la tradizione, "l'arcobaleno".
Lo spirito gaelico del quintetto si rispecchia perfettamente nei brani inediti, "Folk 'N' Roll" ed "Irish Sky" sono semplicemente inebrianti, capaci di far ballare e pogare chiunque si fermi anche solo per un istante ad ascoltarle. Durante l'esecuzione di "Angel of the Sea" e "Ulisses and the Siren" l'immaginazione si porta su di un promontorio, con lo sguardo sognante fisso nelle onde del Mar d'Irlanda che si schiantano sulla costa. In questo album, oltre il pregio musicale, Angel Rock e compagni riescono ad incastonare come un diamante, brani dall'immensa sensibilità socio - culturale, con "Second Chances", dove viene fatto un chiaro riferimento allo sfruttamento dei levrieri: "questo deve finire, l'umanità non riesce più a sopportare tali atrocità inutili, solo per un bene pecuniario. Ognuno può fare qualcosa nel proprio piccolo, i levrieri, e come loro, tutti gli animali sfruttati, meritano una Second Chance".
"Home my Heart" è la bandiera di un amore incondizionato per una terra senza tempo, un brano dal suono naturale, dolce ma allo stesso fatto forte dalla performance di Angel Rock, che lo si può quasi vedere sullo sfondo della rivolta di Pasqua del 1916.

 


Scatenarsi tra le note dei "The Clan" è un'occasione imperdibile e consigliata a chiunque ami il ritmo irish e l'aria di festa che questo gruppo è capace di far respirare durante i propri live, e che si può apprezzare anche nel video di "Jenny Porter", brano in cui si dipinge al meglio un iconico personaggio "pub and roll".





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