The Damned
Evil Spirits

2018, Spinefarm Records
Punk Rock / Dance Rock

Tornano i pionieri del punk più dannati che si siano mai visti. Ma attenzione: la veste è tutta nuova, più matura, oltre che estremamente convincente. Arrivano gli spiriti maligni e vi faranno divertire...  a tal proposito l'appuntamento dal vivo è il 20 maggio al Circolo Magnolia di Segrate (MI).
Recensione di Paolo Stegani - Pubblicata in data: 02/05/18

Ci sono carriere che parlano da sole: bastano le hit, i tour, le cronache. Esattamente questo è il caso dei The Damned, una band talmente poliedrica che definirla semplicemente "punk" sarebbe ingiusto. Da quella storica "New Rose" rilasciata nell'ottobre del '76 sono passati niente meno che 42 anni e nel mentre ne sono successe di tutti i colori all'interno della British band: scioglimenti, liti, riappacificazioni. Ciò che non è mai mancato è la musica, fra grandi album e capitoli accantonabili, l'ultimo dei quali risale a 10 anni fa esatti ("So, Who's Paranoid?", 2008). Di tempo, dunque, ne è passato, ma il nome "The Damned" risuona ancora fra i corridoi delle case discografiche e questa volta si manifesta sotto forma di spiriti malvagi: 10 eterogenee canzoni compongono la tracklist del nuovo "Evil Spirits".

 

La loro composizione è la vera ragione per cui vale la pena ascoltare il nuovo lavoro in studio del gruppo: laddove si sarebbe potuto fare di meno, hanno preferito aggiungere qualcosa di più. Strano a dirsi, considerando che si parla di uno dei pilastri fondamentali della credo punk, dove ciò che conta meno sono proprio gli sproloqui e gli arrangiamenti ricercati. Ecco la forza di "Evil Spirits", ciò che lo rende un album all'altezza di tanti altri presenti al momento nelle vetrine dei negozi di dischi: ad un punto simile della propria carriera, dove inevitabilmente il meglio è già stato scritto e suonato, i The Damned hanno avuto l'intelligenza di individuare quali fossero le pallottole disponibili nel proprio caricatore, e le hanno sparate tutte. Una di queste è la altrettanto poco-necessariamente-punk capacità di sapersi spingere oltre i due minuti a brano. Negli anni '70 non avevano bisogno di simili ragionamenti, ma nel 2018 sì. Ed è giusto così. "Standing On The Edge Of Tomorrow" è il brano dai toni epici più adatto per aprire una tracklist varia, in cui si passa dalle sonorità anni '80 stile R.E.M. e The Smiths di "Devil In Disguise" ai toni più drammatici espressi in "Look Left", fra il dance ed il gospel, con il picco più alto nella conclusiva "I Don't Care". La title-track è un esempio perfetto di sound old style, di cui il gruppo certamente sa qualcosa, restaurato per un orecchio più giovane. La parte più ballabile dell'album è spalmata nei ritmi di "Sonar Deceit" e "Daily Liar", fra le quali si incastra perfettamente "Procrastination", contenente quella che sembra a tutti gli effetti una dichiarazione d'intenti per quanto riguarda l'appendere le chitarre al chiodo: "I'll do it later, I'll do it soon". Dave Vanian mostra con orgoglio la propria tessera di membro del club degli irriducibili del rock'n'roll, con una voce convincente che non sfigura proprio perchè non vuole prendere (né prendersi) in giro.

 

Non c'è un piano ben preciso dietro le canzoni di "Evil Spirits", esattamente come non c'è mai stato in precedenza in tutta la lunga carriera della band. I generi si accavallano, si danno il cambio, si rispettano. E vanno a creare, nella più semplice e corretta definizione che se ne possa dare, un gran bell'album.





01. Standing On The Edge Of Tomorrow
02. Devil In Disguise
03. We're So Nice
04. Look Left
05. Evil Spirits
06. Shadow Evocation
07. Sonar Deceit
08. Procrastination
09. Daily Liar
10. I Don't Care

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