Anneke van Giersbergen
The Darkest Skies Are The Brightest

2021, InsideOut Music
Rock

Un viaggio intimo ed introspettivo per l'ex voce dei The Gathering: al suo primo album solista completamente acustico, voce e chitarra sorreggono un viaggio personale che attraversa il buio di un periodo cupo, per raggiungere la luce di una rinascita
Recensione di Fabio Polesinanti - Pubblicata in data: 02/03/21

Aprite la mente e spalancate il cuore: è questo il consiglio da seguire prima di mettere le cuffie e lasciarsi cullare dal nuovo album solista di Anneke van Giersbergen, dal titolo decisamente immaginario e significativo: "The Darkest Skies Are The Brightest". Un concetto richiamato fin dalla copertina e che fa comprendere in maniera molto chiara cosa rappresenti questo album per la stessa Anneke: uno spiraglio di luce che possa illuminare il buio ed un periodo pieno di ombre che ha dovuto affrontare, in modo intenso ed inaspettato. La cantante ha raccontato come la genesi di questo lavoro sia derivata da un periodo difficile ed improvviso: da un lato il progetto Vuur alla quale lei stessa si era dedicata in maniera totale si è rivelato meno coinvolgente rispetto alle aspettative e molto difficile da sostenere; dall'altro, anche una serie di problemi personali, che hanno fatto vacillare certezze che sembravano inattaccabili. È significativo come questa sorta di rinascita avvenga solo con la sua voce e la chitarra, che reggono con sostanza un album totalmente acustico, a sottolineare la necessità di ritrovare una dimensione intima e personale, in forte contrapposizione con quelle che sono sempre state le molte collaborazioni con artisti di livello (AyreonMoonspellAmorphis) e gli svariati progetti che la stessa Anneke ha creato nel corso degli anni (The Gentle Storm, Vuur).

 

La classe cristallina dell'ex voce dei The Gathering, anche in queste vesti, riesce ad emergere prepotentemente in una dimensione sì acustica, ma non priva di varietà. Le dolci carezze dell'opener "Agape", che introduce benissimo alle atmosfere dell'album, così come la notevole "The End", si alternano a brani in cui la fantastica e caratteristica voce si sposa con una sezione ritmica più marcata ed incalzante, come nella cupa ed oscura "Hurricane", che ha il compito di sviscerare la parte più difficoltosa di questo viaggio interiore, o nella più speranzosa "Lo And Behold". "My Promise", singolo di lancio dell'album è semplicemente un gioiello che, grazie ad un delicato arrangiamento orchestrale di archi, ci accompagna in un viaggio intriso di pura emozione. "I Saw A Car" sembra arrivare da un altro mondo per quanto è particolare, ma il suo ritmo tra percussione e chitarra acustica conquista al primo ascolto. Emozioni positive e speranza vengono regalate dalla semi-ballad "The Soul Knows", in contrapposizione alla malinconia che trasmette "Losing You". In "Survive" si percepisce la voglia di lottare e di non soccombere alle difficoltà, in un crescendo di chitarra e percussioni perfettamente domate dalla voce di Anneke che ci trascina nel chorus.

 

"The Darkest Skies Are The Brightest" è un viaggio introspettivo, intimo e personale, che va contestualizzato per essere compreso ed apprezzato pienamente. Se da un lato, manca la spensieratezza di un approccio più leggero che era riconoscibile in "Drive", non si può negare che questo nuovo lavoro solista di Anneke poggi principalmente sulla sua voce, su pochi strumenti acustici e su linee melodiche a volte semplici, ma intrise di un'emozione vera e tangibile. L'artista nella sua lunghissima e varia carriera ha sempre voluto esplorare territori nuovi, accettare nuove sfide ed esperienze, indossando ogni volta un vestito diverso. Oggi è paradossalmente ferma e riflessiva, quasi messa a nudo, ma non per questo il risultato può dirsi meno riuscito. Anche questo album, infatti, per l'intensità delle emozioni che trasmette, come per l'innata classe della cantante olandese, riesce a coinvolgere ed emozionare, se gli si dà la possibilità di arrivare al cuore. Non è forse questa l'essenza della musica?





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