Il tocco delle corde della chitarra da parte di Jack White è riconoscibile tra mille; da anni appassiona milioni di fan dei suoi tanti progetti musicali, dai quelli di lunga data dei White Stripes a quelli della sua più recente carriera solista. Anche in "Dodge & Burn" sono presenti quei passaggi dal blues al puro Rock'n'Roll che tanto lo caratterizzano, anche se va ricordato come il poliedrico musicista qui si trovi nelle retrovie, alla batteria; la chitarra dei The Dead Weather, infatti, viene suonata da Alisson Mosshart e Dean Fertita, presente anche alle tastiere. La potente voce della frontwoman dei The Kills è presente per quasi tutto il lavoro, ma non si astiene dal cantare anche Jack White, che sappiamo bene farsi apprezzare per le sue corde vocali tanto quanto per il suono di quelle della sua chitarra. Questo avviene in brani come "Three Dollar Hat" ed "Rough Detective" dove viene messo in atto un vero e proprio duetto di voci che piace grazie alla similarità tonale dei due cantanti, i quali riescono a completarsi a vicenda. Non si nasconde in secondo piano neanche Jack Lawrence con il suo basso, anzi tutt'altro: il bassista si prende la scena nel brano "Be Still" e lo fa con aggressività, accompagnando le voci per quasi tutti i centosettanta secondi di canzone - che tra l'altro è la più breve dell'album. Ad ognuno il suo, si dice: ecco allora il momento di Dean Fertita alle tastiere nel brano "Cop and Go": un martello che batte insistentemente sui tasti in maniera quasi ossessiva e accompagna la canzone fino alla sua conclusione.
In un super-gruppo come i The Dead Weather, dove le influenze musicali sono variegate, si genera una commistione di generi che garantisce un'immediata riconoscibilità alla band. "Dodge & Burn" è proprio questo: il mix perfetto che regala sprazzi che vanno dal funky, come nel brano "Too Bad", al garage rock di "Let Me Trough". Un occhio di riguardo va dato al brano "Impossibile Winner", ciliegina sulla torta per un album che non delude, ma stupisce: la voce della Mosshart si manifesta inaspettatamente in tutta la sua delicatezza, dopo brani che ne avevano invece esaltato il tono graffiante. Alle chitarre, alla batteria ed alla tastiera si aggiungono degli archi ad accompagnare la vocalist, protagonista assoluta di questo ultimo brano.
Il terzo album studio dei The Dead Weather risulta fin dal primo ascolto di buona fattura, con alternanza di momenti poco d'impatto e altri di elevata caratura come nel brano di chiusura "Impossible Winner". L'obiettivo del quartetto è quello di stupire e sicuramente anche in questo caso ci riesce, regalando un lavoro dalle mille sfaccettature stilistiche: fin tanto che il prodotto sarà somministrato con il contagocce, pubblicando album con questa frequenza, sicuramente si garantirà un permanere dell'interesse nei loro confronti. Si fanno desiderare anche dal vivo e perché no, magari un giorno riusciranno anche a portare per il mondo i loro lavori con un world tour.
Perché questo, in fondo, è ciò che tutti vogliamo.