Sono passati una quindicina di anni da quando tutti i principali esponenti del nu metal hanno cambiato strada, rimanendo senza eredi in grado di evolvere e portare avanti quel sound che a partire dagli anni '90 aveva letteralmente sconvolto il panorama musicale mondiale, scalando classifiche e infiammando i festival di tutto il globo. Nel periodo successivo, alcune band hanno provato a ripercorrere le orme di mostri sacri come Deftones e Linkin Park, senza però riuscire a raggiungere l'impatto e i livelli degli artisti sopracitati e venendo inghiottiti dalla spietata marea del mercato musicale. In tempi recenti, tra chi invece è riuscito a farsi notare unendo chitarre ribassate a ritmi hip hop e tanta rabbia, sono i From Ashes To New, lanciati dall'esordio del 2016 "Day One". La band si è rimessa immediatamente al lavoro e, in soli due anni, con due new entry dietro le pelli (Mat Madiro) e al microfono (Danny Case), ha pubblicato il nuovo album, intitolato "The Future".
Come precedentemente illustrato, il lavoro poggia le basi sul mix di alternative metal e hip hop, con diversi scorci di elettronica. L'album risulta molto coeso (forse fin troppo) e viene interamente costruito sui duetti del rapper Matt Brandyberry e di Danny Case, che alterna continuamente un cantato pulito a convincenti scream. I due si completano bene a vicenda e la loro alchimia è l'elemento in grado di dare maggiore rilevanza al lavoro, mentre i restanti membri si limitano ad accompagnare, rimanendo quasi in ombra. Il maggiore problema dell'opera è però quello di presentare un sound anacronistico, chiuso a sperimentazioni e fin troppo ispirato ai primissimi lavori dei Linkin Park, senza averne il devastante impatto. Le soluzioni proposte sono sempre le medesime e questo va a intaccare la godibilità dell'ascolto, mentre tra gli aspetti positivi da rimarcare troviamo i suoni corposi e la produzione cristallina. Le caratteristiche predominanti di "The Future" vengono messe in mostra fin dall'opener "Wake Up", in cui riff nervosi vengono affiancati a sezioni rap e un cantato che si trasforma ben presto in un'esplosione di adrenalina. Non mancano anche gli stacchi più melodici, protagonisti di "Crazy", "Gone Forever" e "Nowhere To Run", mentre "My Name" e la titletrack è marcata da una maggiore attitudine hip hop. Nei restanti pezzi, piacevoli se presi singolarmente, regna l'equilibrio tra le diverse influenze, ma risulta troppo facile trovare le citazioni e i riferimenti ad altre band (impossibile non pensare alla leggendaria "Papercut" dei Linkin Park durante le strofe di "Broken").
Sebbene siano ammirabili l'energia e la vitalità sviluppate dai From Ashes To New in questo secondo lavoro, sono presenti diversi peccati di gioventù, prima tra tutti, la mancanza di personalità nella quasi totalità delle tracce. La band ha comunque dimostrato una buona attitudine e, a questo punto, l'augurio per il futuro è che provino a distaccarsi dai propri avi musicali al fine di produrre qualcosa di più rimaneggiato e accattivante, senza intaccare la loro rabbia straripante.