La tematica simbolica del fuoco ossessiona i Mantar sin dagli albori della carriera e di sicuro ciò non rappresenta il classico segreto di Pulcinella: il fiammeggiante elemento cosmogonico, già protagonista dei lavori precedenti, satura altresì il nuovo album "The Modern Art Of Setting Ablaze", lasciando poco spazio a interpretazioni alternative. Appurata la scarsa fantasia testuale del duo germanico, bisogna però rilevare la sua crescita in termini strettamente sonori: certo, non stiamo parlando di una raggiunta maturità compositiva, quanto invece di una precisazione dell'ambito stilistico entro cui la band di Amburgo ha deciso di muoversi.
Complice l'approdo alla scuderia Nuclear Blast, i nostri preferiscono mettere da parte la confusione purulenta e le asperità di "Death By Burning" (2014) e "Ode To The Flame" (2016), molando il proprio sound senza perdere in incisività: se il black e il doom assumono posizioni di retroguardia e l'attitudine hardcore punk, background musicale della coppia, si evidenzia soprattutto nelle linee vocali graffianti di Hanno Klänhardt (qui l'intervista) e nella struttura estremamente asciutta dei brani, è il capiente bacino dell'extreme metal ad accogliere le inedite gesta del combo.
Non a caso i singoli scelti, "The Age Of The Absurd" e "Seek + Forget", mettono in luce le caratteristiche fondamentali del disco: chitarre ribassate, assenza di assoli, pattern di batteria fragorosi e squadrati e un gusto per la melodia debitore della darkwave che accresce l'appeal del lavoro in termini commerciali. Tuttavia l'aspetto davvero vincente della ricetta del gruppo risiede nel generale groove che pervade l'opera: che il clima si tinga di una cupa aura gotica come accade in "Taurus" o che la pesantezza della nitszcheana "Eternal Return" minacci di divellere il mantello terrestre, ebbene, l'empatia ritmica creata dal binomio tedesco non soltanto rende catchy i pezzi all'apparenza meno assimilabili, ma ne salva qualcuno ("Obey The Obscene") altrimenti bolso e ripetitivo. Contrappasso obbligatorio quando si scrosta anche la patina sludge degli esordi.
I Mantar confermano che, pur aprendosi a una fetta di pubblico più ampia, si può restare autentici e dannatamente heavy. Attenzione comunque a non sopravvalutare troppo le concessioni e i compromessi: "The Modern Art Of Setting Ablaze" crepita e sbuffa, pronto ad ardere sui resti di un'insignificante Umanità.