In particolare, se uno degli ospiti si chiama Gavin Harrison (stabile alla batteria per tutto l'album), e dalle sue mani proviene l'iniziale groove vagamente jazz che introduce "In Exile", la sensazione è quella che si parta col piede giusto. Questa traccia sembra pensata per catturare l'orecchio fin da subito, nonostante i tempi dispari dettati da una sezione ritmica decisamente rinvigorita. Da segnalare è "Tear You Up", vera perla della release, che alterna ritmi lenti ad accelerate frenetiche, proponendo, grazie anche al cantato di Soord, un chorus davvero pregevole.
Proseguendo con l'ascolto ci si rende conto che nessun pezzo risulta veramente fuori luogo, i ritmi cambiano di frequente pur mantenendo un delicato equilibrio complessivo. Assolutamente piacevole è "Take Your Shot", brano centrale del disco, arricchito dal contributo di Darran Charles (membro dei Godsticks) nel coinvolgente solo di chitarra finale. I continui cambi di tempo in "The Final Thing On My Mind" danno poi ulteriore prova di un apporto ritmico di livello eccellente, mentre imbocchiamo la via della conclusione con "Where We Stood", breve pezzo che parte da una chitarra acustica dal piglio floydiano (impossibile non pensare a "Dogs" nei primissimi accordi) e si sviluppa con il valido contributo delle tastiere, a supporto degli ultimi atti di un cantato che possiamo decisamente promuovere a pieni voti, per l'intera durata dell'album.
Non solo Your Wilderness porta a compimento l'obiettivo di rilanciare i The Pineapple Thief dal punto di vista dei contenuti, visto che la qualità in studio di registrazione non è mai stata in discussione, ma rappresenta sicuramente uno dei punti più alti mai raggiunti da questa band, mantenendo integro il suo classico stile. Sicuramente azzeccate sono anche le scelte che riguardano i contributi esterni, in particolar modo quella del già citato Gavin Harrison, in ogni momento saldamente al comando dell'andamento dell'album e capace di tessere trame jazzate che ne aumentano di gran lunga il valore complessivo.