The Rambling Wheels
The Thirteen Women Of Ill Repute

2014, Irascible Distribution
Indie Rock

Recensione di Riccardo Coppola - Pubblicata in data: 14/12/14

C'è un nugolo di band, nell'ambito indie rock, che riesce a riaccenderti spesso una fiammella di speranza, da riporre in un genere sempre più desolantemente accartocciato intorno ai suoi cliché e al suo finto elitarismo. Ad aggiungersi al novero, con un terzo album che li proietta di diritto tra i più spassosi collettivi dell'ambiente, sono i pittoreschi The Rambling Wheels, che tra bombette, giacche in panno, pianoforti e contrabbassi s'impegnano a portare alta la bandiera della Svizzera, rivestendola invero di sonorità squisitamente British.

Ci si mette davvero poco a percepire la passione e l'onestà che sta dietro quello che alle prime battute pare un divertente pastiche degli Arctic Monkeys pre-"AM", dei Panic At The Disco! o degli Young The Giant (questi ultimi più che altro per una notevole somiglianza delle tonalità vocali di Dr. Wheels con quelle di Sameer Gadhia), gradevolmente imborghesito da timidi elementi folk e da frequenti coretti simil-gospel, e reso nostalgico dal frequente uso di tastiere e dallo sopradico affiorare di brevi intermezzi di chitarre appena appena sporche. E se l'opener "Cassius (vs The World)" trova con facilità disarmante (e soprattutto, senza necessitare d'un totale sputtanamento mainstream) la capacità di coinvolgere che band come i Kaiser Chiefs o i Kasabian hanno perso chissà dove, il main single "Marylou" si propone -tra i suoi battiti di mani e i suoi educati riff ricalcati dal piano- come una delle più sfavillanti perle di un intero anno di pop rock.

E pur fallendo nel ricreare le magnificenze del dittico d'apertura, "Thirteen Women Of Ill Reputation" continua a offrire (tra l'intimità più soulish di "Shadows We've Become", gli overdrive stadio-oriented e i falsetti di "Running After Time", i rallentamenti più d'atmosfera spezzati da corde stoppate e frizzanti elettroniche di "Dead On Time"...) livelli di spensierato godimento purtroppo oggi inusuali, proponendosi come un insegnamento da assimilare con attenzione per un'intera scena musicale troppo spesso persa in una narcisistica contemplazione del proprio tormentato ego e del proprio presunto intellettualismo.



01. Cassius (Versus The World)
02. Marylou
03. Giving All The Gold
04. Shadows We've Become
05. How It Blows Your Mind
06. My Lady
07. Running After Time
08. Dead On Time
09. Wake Up
10. Night & Day
11. Interstellar Riot

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