"The Rhapsody Tapes" è il terzo album della band australiana Ocean Grove, figlio di un lavoro artistico di creatività assoluta nel fascino del ritorno, maturato nell'intimità della camera da letto del geniale batterista Sam Bassal. Luke Holmes è la voce grintosa di un progetto collettivo, come ama definirsi insieme ai chitarristi Jimmy Hall e Matthew Henley, la seconda voce e bassista Dale Tanner e il batterista polistrumentista Sam Bassal. "The Rhapsody Tapes" è come una summa per i giovani musicisti, cresciuti insieme sulla sabbia olocenica di Melbourne fino a calcare i palchi di tutta l'Australia elettrizzati del seguito nazionale durante il tour Equinox.
Un lavoro che rispecchia al meglio l'entusiasmo e la positività alimentata dalla passione per un'arte inesauribile che trova per Holmes e compagni la massima realizzazione nella musica. Dodici tracce che affrontano temi comuni attraverso liriche immediate, con l'intento di far arrivare al pubblico lo sperimentalismo esplorativo di una produzione musicale assolutamente libera nutrita dalla capacità realizzativa che si manifesta nel cogliere ogni sfumatura dell'oscurità, in questa realtà che la band definisce iperreale.
"The Wrong Way", traccia introspettiva che si crea nell'aumentare dell'intensità dei battiti cardiaci dei musicisti si racconta nelle parole dei suoi creatori "alcune tracce dell'album sono scritte come se si stesse osservando la realtà distorta dagli occhi di un bambino in piedi sul bordo mentre guarda l'iperreale alla ricerca di qualcosa". Forse per questo una strada sbagliata non è altro che un passaggio ineludibile, la ricerca nel suo rischiare intrinseco porta alla probabilità di errore, così come potremmo renderci inermi ed abbattuti nella consapevolezza di un errore a posteriori ma "The Wrong Way" arriva oltre, fino a dare la forza impulsiva per renderci l'impeto del nostro cammino. La band non cerca di mandare un messaggio, quanto di disegnare l'ossimoro di uno stato fermo di continua instabilità, dichiarando in musica l'onesta sensazione di vertigine che pervade sull'orlo di un precipizio. "Beers" e "These Boys Light Fires" sono alcune delle tracce impreziosite dal gioco di voci reso possibile da un'altalenarsi tra le linee pulite del bassista Dale Tanner ed il graffiare vigoroso di Luke Holmes. Lo stesso vale per i suoni delle sei corde, sempre bilanciate, capaci di creare nell'intreccio una terza chitarra che rispecchia a pieno il feeling ammirevole tra Hall ed Henley. "Mr.Centipede" mette strumentalmente in moto l'esperienza esistenzialista degli Ocean Grove, nell'eccellente riuscita di una proposta fuori dagli schemi, in cui "ciò che è reale e ciò che è percepito come reale si fondono insieme". Un risultato che catapulta in un caos trasporti emotivi ove il corpo sonoro si erge ad accompagnatore stabile in un perpertuo vacillare.
Un album che squarcia l'apparenza senza curarsi di rivelare la realtà per quanto distorta, nella sua più opinabile e sincera natura, raccontando storie parallele senza filtri e limitazioni. Gli Ocean Grove sono una band, un collettivo che sta crescendo, motivo per cui sono pronti ad avventurarsi in date europee tra Germania, Francia ed Olanda, alla ricerca di un riscontro fuori dai confini australiani.
