Memoriam
The Silent Vigil

2018, Nuclear Blast
Death Metal

The Silent Vigil è un disco onesto ma nulla di più
Recensione di Icilio Bellanima - Pubblicata in data: 15/04/18

A un solo anno di distanza dal valido "For the Fallen", i Memoriam tirano fuori dal cilindro un nuovo album, "The Silent Vigil", e per quanto vero sia che "del maiale non si butta via niente", per l'ultimo lavoro degli inglesi quel celebre detto non ci trova pienamente d'accordo. Il poco tempo che ha separato i due lavori e i numerosi ascolti non riescono a nascondere che si tratti, per buona parte, di riff avanzati dalla precedente sessione compositiva di Willetts e soci, risultando decisamente meno ispirato, aggressivo e coerente del precedessore. Al contempo, però, anche gli scarti possono avere un minimo fascino, se appartengono ad una band in cui milita gente di Bolt Thrower (voce e batteria) e Benediction (basso e chitarra).

 

 

Nel cuore c'è sempre il death metal morboso e primordiale, pesantemente incline ai rallentamenti (interrotti di tanto in tanto da qualche tupa tupa estemporaneo), impreziosito dal growl ben riconoscibile del già citato Karl Willetts (che ha fondato i Memoriam nel 2016 in ricordo del compianto Martin Kearns, batterista dei B.T.), e condito da testi intrisi di sofferenza, disperazione e un sottotesto politico che non guasta mai. I pezzi interessanti non mancano: "Bleed the Same", "As Bridges Burn", "No Known Grave" danzano tenendosi per mano in un miscuglio di fango e gusto malsano per la melodia, sparando tutte le cartucce nella seconda metà dell'album. Lo scopo (senza però far gridare al miracolo) sembra quello di risollevare le sorti di una prima parte davvero poco entusiasmante, a partire dall'opener, "Soulless Parasite" e dalla title track "The Silent Vigil", sulla carta le più significative, ma a conti fatti i punti più bassi dell'intero lavoro. In generale però, per quanto ci sia davvero poco di memorabile, il mestiere e l'abilità di scrivere canzoni crude e asciutte offrono più di un motivo, almeno ai fan sfegatati delle ex-band menzionate qualche riga più in alto, per dare almeno una chance a "The Silent Vigil": le ottime linee di basso, alcuni riff davvero assassini, e la voce di Willets su tutti.

 

 

A rovinare la festa ci pensa una produzione che è troppo "pulita" per restituire il marciume musicale che i Memoriam avrebbero voluto trasmettere, e troppo approssimativa per donare energia e potenza a composizioni. La fretta, unita alla mancanza di coraggio nello scremare le parti meno incisive, si sono rivelate cattive consigliere, rendendo “The Silent Vigil” un disco onesto ma nulla di più. Dopo "For the Fallen" ci si aspettava un passo avanti per il combo inglese: lungi dall'essere un passo falso, non si può dire però che siano riusciti a soddisfare le nostra aspettative.





01. Soulless Parasite 

02. Nothing Remains 

03. From the Flames 

04. The Silent Vigil 

05. Bleed the Same 

06. As Bridges Burn 

07. The New Dark Ages 

08. No Known Grave 

09. Weaponised Fear 

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