Cellar Darling
The Spell

2019, Nuclear Blast
Heavy Progressive Rock

Quando la classe incontra la libertà di espressione, cadono le barriere, non ci sono catalogazioni. Solamente pura emozione trasformata in musica
Recensione di Fabio Polesinanti - Pubblicata in data: 22/03/19

Coraggio. E' il primo pensiero che è venuto in mente a tutti quando Anna, Merlin e Ivo hanno deciso di abbandonare gli Eluveitie, e il confortevole nido che li ha visti crescere personalmente e musicalmente, un nido lastricato di certezze, successo e stabilità. Ma i tormenti interiori, l'insoddisfazione di essere rinchiusi in una sorta di gabbia dorata e di non potersi esprimere iberamente ha portato i tre a una scelta, appunto, decisamente coraggiosa. Lasciare tutto quanto per l'ignoto, per un'avventura nuova, è stata di sicuro una scelta, che, per quanto stimolante, risultava davvero rischiosa. Soprattutto per Anna Murphy, che grazie al suo talento, aveva saputo conquistare i fan della band svizzera diventando elemento iconico e protagonista al pari del frontman Chirgel. Da tutto questo sono nati i Cellar Darling, che con il loro debut avevano ridisegnato confini e posto nuove coordinate sonore, lasciando a bocca aperta anche i più scettici.

 

Forti di questo, la band ci presenta "The Spell", non una semplice raccolta di canzoni, ma un concept vero e proprio. Arricchito da materiale audiovisivo integrativo, oltre che da numerose illustrazioni che richiamano il concept in ogni sua sfaccettatura - presentate poco prima della relase in una interessante campagna di promozione sui social - i Cellar Darling ci portano per mano in un nuovo viaggio artistico a 360 gradi. Una fiaba oscura, che narra di una ragazza che vive in un mondo intriso di dolore e sofferenza, e che, durante la sua ricerca del significato della vita, si troverà a essere innamorata addirittura della morte. A livello musicale, i Cellar Darling liberano ancora di più il loro spirito e la loro ispirazione, riuscendo a rendere concrete e tangibili le emozioni espresse nelle canzoni. Difficile se non impossibile catalogare tutto ciò che musicalmente risiede nell'album, dal folk dei flauti e dell'immancabile ghironda, al piano, dalle chitarre acustiche ed elettriche, alla batteria e alle percussioni che dominano ritmi a volte cadenzati e regolari e a volte incostanti e altalenanti. Ma facile è invece lasciarsi trasportare da un'amalgama unica e quasi perfetta di tutti questi elementi, tessuti e intrecciati, come in una tela, dalla sublime voce di Anna.
Un percorso che tocca melodie aggressive, come in "Pain" che è dolce e ipnotica allo stesso tempo, con le chitarre totalmente in primo piano, o in "Insomnia" dove il sound heavy sfocia in ritmi cadenzati e riflessi folkeggianti, o ancora nelle trascinanti "Burn" e "Freeze". Altre volte c'è una predilezione per ritmi più lenti, quasi ambient come avviene tra i dolci sussurri di "Sleep" o nella primordiale "The Spell". Ma in ogni singola canzone albergano più anime, una moltitudine di suoni e sfaccettature che impreziosisce il lavoro dei tre musicisti rendendo il tutto sempre di impatto ed originale.
"Death", sicuramente una delle canzoni più belle, ci presenta molte sfumature della voce di Anna, che ci guida in un oscuro e sognante percorso in bilico tra tristezza e speranza, ricordando da vicino alcuni lavori solisti di Anneke van Giersbergen. Altra perla è "Drown", brano folk-ambient cucita alla perfezione con riff di chitarra per un risultato unico, mentre "Hang" trova tonalità quasi pop-rock.

 

Difficile non lasciarsi ipnotizzare da queste tredici tracce di pura e cristallina classe, da un sound che abbatte e spazza via ogni aggettivo, ogni iconografia, ogni possibile catalogazione. La libertà di espressione è la linfa vitale di questo disco, e le sensazioni che trasmette in modo così netto sono difficili da trovare in altri lavori. Ascoltando a occhi chiusi e in penombra "The Spell" ci si può inebriare di sensazioni intense, che spaziano tra malinconia, oscurità, speranza sino alla commozione. Il tutto utilizzando con mano sapiente un caleidoscopio di suoni che attraversa il progressive, il death e ovviamente il folk, in un mix perfettamente bilanciato e totalmente coinvolgente, guidato dalla nera regina Anna Murphy. Un album assolutamente consigliato, da ascoltare e da vivere totalmente, lasciando da parte ogni confine, ogni barriera e facendo scorrere la libertà della musica.





Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool