The Tangent
Auto Reconnaissance

2020, Inside Out
Progressive Rock

Il ritorno dei The Tangent conferma i punti salienti del pensiero di Tillison, dispersi però nel mare di idee ed influenze del calderone.
Recensione di Federico Barusolo - Pubblicata in data: 22/08/20

"Mi rifiuto categoricamente di pensare che il Progressive Rock sia un pezzo da museo. Si tratta in realtà di un movimento vivo e vegeto, che ha un passato, un presente ed un futuro".
 
 
Sentendo una frase del genere ci verrebbe probabilmente da pensare che stiamo ascoltando qualcosa di trapassato, un qualche tentativo di mantenere in vita un ideale che non appartiene che ad un'altra - seppur gloriosa - epoca. Ed il fatto che una tale affermazione ci arrivi dal sessantunenne leader di un supergruppo prog britannico non farebbe che rafforzare ulteriormente questo presentimento, se non stessimo parlando di Andy Tillison e dei suoi The Tangent, formazione che effettivamente affonda le proprie radici negli splendori della musica inglese, ma che ha dimostrato di saper sempre sorprendere apportando qualcosa di fresco e assolutamente personale.


"Auto Reconnaissance" apre con "Life On Hold", un brano che a dirla tutta sembra uscire da una nostalgica realtà melodic rock nord europea, che propone delle complesse strutture ritmiche che da sempre sono nelle corde dei The Tangent e fa sfoggio, anche e soprattutto, di un imponente tappeto di tastiere, che mantiene sempre vivo il rimando agli ELP, mostrando anche una certa intraprendenza di Tillison nell'andare ad integrare influenze funk che non sono proprio all'ordine del giorno. Ritroviamo invece in "Jinxed In Jersey" quegli elementi che ci avevano maggiormente convinto in "Proxy" e, soprattutto, "The Slow Rust Of Forgotten Machinery". Si tratta di un lunghissimo brano che veste di ritmiche e tastiere più tipicamente jazz un cantato narrativo per lunghi tratti zappiano, che ci accompagna attraverso svolte che vanno dal metal all'elettronica, senza mai suonare stantio.


C'è spazio per altre più brevi e dirette parentesi, come "The Tower Of Babel", ma la seconda parte del disco è cannibalizzata da una lunga suite di quasi 30 minuti, dal titolo "Lie Back & Think Of England". Si tratta di uno di quei brani da cui ci si aspetta la maggiore variabilità a livello di songwriting e di idee, ma al contrario di "Jinxed In Jersey", scorre per lo più lenta e mogia, al di là di qualche accelerata che non riesce comunque ad emozionare più di tanto.


Concludendo, "Auto Reconnaissance" non è certo un album senza qualità o idee, ma sembra quasi mancare - al contrario dei suoi diretti predecessori - di un filo conduttore che raccolga l'universo di influenze e concetti infilati nel calderone da Andy Tillison. Un calderone che vede alternarsi momenti quasi addirittura scontati per una band come i The Tangent, a capitoli decisamente troppo lunghi e sconclusionati.





01. Life On Hold
02. Jinxed In Jersey
03. Under Your Spell
04. The Tower Of Babel
05. Lie Back & Think Of England
06. The Midas Touch

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