Lo lasciano intendere dal ritorno dell'ultima traccia del loro primo opus, la "The Undead" di "Into The Macabre" (riproposta con il titolo di "The Return of the Undead", con l'altrettanto leggendario A.C. Wild dei Bullzoder alla voce), la cui furia cieca è stata ora resa più comprensibile e ragionata, domata dall'evidente evoluzione dal punto di vista puramente tecnico (e ci mancherebbe), il cui stacco è più evidente rispetto alla produzione, che è un altro elemento distintivo di questa "operazione". Chi ha ancora nelle orecchie il lavoro precedente, "The 7 Deadly Sins", noterà da subito un sound con dei connotati più crudi e sporchi che ne enfatizzano la componente più macabra, e che, come accaduto in passato, potrebbe essere ancora una volta proprio la produzione a fare da spartiacque nella fan-base: per chi scrive, tolta la batteria e quei piatti dalla qualità artificiosamente retrograda (particolarmente sgradevole nella rullata di "The Master of Mayhem", in cui riemerge, di contro, il sempre apprezzato e fantasioso drumming di Peso, unico membro fondatore ancora presente), la lieve perdita di potenza e pulizia in senso stretto è infatti compensata da un marciume delizioso e quindi ben venga. Al contempo però, complice anche la sporcizia delle chitarre in non pochi frangenti, le sfuriate tipicamente thrash e slayeriane perdono un pizzico d'impatto e l'amalgama sonoro non risulta sempre convincente. L'anima atmosferica e black metal dei Necrodeath riesce comunque ad emergere vittoriosa (pur essendo, in proporzione, in netta minoranza): l'arpeggio portante e tremendamente malevolo di "The Triumph of Pain" ne è un buon esempio, o le dissonanze della parte centrale di "The Order of Baphometh". Più in generale, comunque, i tratti distintivi del combo, come il pescare a piene mani da più generi, la blasfemia lirica (come il "Credo", in italiano, recitato nella titletrack) ma anche il concedersi in maniera omogenea e coerente momenti più lenti e atmosferici, a tratti melodici, sono tutti perfettamente al loro posto, ed è questo ciò che conta.