The Answer
New Horizon

2013, Napalm Records
Hard Rock

Recensione di Mia Frabetti - Pubblicata in data: 28/09/13

Hard rock d'annata, antica saggezza blues, rasposi ruggiti leonini, riff a innovazione zero e impatto live mille, ritmiche trascinanti, allure vintage, indiscutibile appeal radiofonico: è il rock neoclassico, bellezze, intrigante miscela di passato, presente ed eternità. Sembra facile, ma facile non deve essere se le cronache degli Anni Zero pullulano di marcescenti band-relitti tanto decise a spalancare nuovamente i cancelli di quel giardino dell'Eden che sono stati gli indimenticabili Seventies quanto sprovviste dei necessari requisiti in termini di talento, potenza, sfacciataggine e astuzia. Per ogni band ammessa al cospetto degli imprescindibili - qualcuno ha detto Rival Sons? - migliaia di altre perdono la presa sulle aspre fiancate delle classifiche di vendita ben prima di aver completato la propria scalata al successo, sfracellandosi al suolo nel silenzio più totale. Fossimo nei The Answer, eviteremmo di abbassare lo sguardo: a un passo dalla vetta, potrebbe rivelarsi un errore fatale.

 

Giunta alla sua quarta prova in studio, circondata da un chiacchiericcio dato costantemente sul punto di trasformarsi in clamore mondiale almeno dai tempi di "Revival", la musica dello scatenato quartetto irlandese non cambia, e il divertimento dell'ascoltatore neppure: i sostenitori e i seguaci esulteranno, i sistemi nervosi dei neofiti saranno troppo sconvolti dall'assalto subito per sollevare obiezioni circa la promessa di esplorare il paventato "New Horizon", e la festa sarà il solito successo. La birra scorrerà a fiumi, il pavimento tremerà sotto le incitazioni di "Leave With Nothin" e "Somebody Else", braccia si stenderanno per agguantare chiunque si trovi nelle vicinanze sulla spinta emotiva generata da "Spectacular", i sussurri trattenuti esploderanno in urla vibranti al termine dell'escalation di "Call Yourself A Friend", il pestaggio degli strumenti si spingerà al limite del reato durante la poderosa, viscerale "Concrete" e nessuno, al momento dei saluti, si dirà anche solo lontanamente soddisfatto. Un brontolio si leverà dalla folla viziata da 35 minuti di rock'n'roll sovreccitato, galvanizzante, dinamitardo. Riprendete in mano quegli strumenti. Riprendeteli in mano ora, abbiamo detto! Perché abbandonare la propria folla così, ancora in preda a disperati morsi della fame, non è illegale. Ma dovrebbe esserlo.





Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool