Giunta alla sua quarta prova in studio, circondata da un chiacchiericcio dato costantemente sul punto di trasformarsi in clamore mondiale almeno dai tempi di "Revival", la musica dello scatenato quartetto irlandese non cambia, e il divertimento dell'ascoltatore neppure: i sostenitori e i seguaci esulteranno, i sistemi nervosi dei neofiti saranno troppo sconvolti dall'assalto subito per sollevare obiezioni circa la promessa di esplorare il paventato "New Horizon", e la festa sarà il solito successo. La birra scorrerà a fiumi, il pavimento tremerà sotto le incitazioni di "Leave With Nothin" e "Somebody Else", braccia si stenderanno per agguantare chiunque si trovi nelle vicinanze sulla spinta emotiva generata da "Spectacular", i sussurri trattenuti esploderanno in urla vibranti al termine dell'escalation di "Call Yourself A Friend", il pestaggio degli strumenti si spingerà al limite del reato durante la poderosa, viscerale "Concrete" e nessuno, al momento dei saluti, si dirà anche solo lontanamente soddisfatto. Un brontolio si leverà dalla folla viziata da 35 minuti di rock'n'roll sovreccitato, galvanizzante, dinamitardo. Riprendete in mano quegli strumenti. Riprendeteli in mano ora, abbiamo detto! Perché abbandonare la propria folla così, ancora in preda a disperati morsi della fame, non è illegale. Ma dovrebbe esserlo.