I fan di vecchia data dei The Baptist Generals, nell'ansiosa attesa di un loro ritorno discografico, non avranno affatto dimenticato i propri beniamini. Certo, nel frattempo saranno andati avanti con le proprie vite e con le proprie scoperte musicali, dato che gli anni che separano questo “Jackleg Devotional To The Heart” dal suo predecessore “No Silver/No Gold” son ben dieci... Eppure per i Baptist General il tempo non sembra essere trascorso; li ritroviamo così come li avevamo lasciati, capitanati dal cantautore Chris Flemmons, a rinfrescare l’aria con il loro folk rock umile quanto semplice che fa della chitarra acustica la regina indiscussa. Con dieci anni d'attesa sulle spalle, gli occhi puntati addosso alla band sono sicuramente più numerosi che mai... ma se il disco fosse uscito a tre anni dal suo predecessore, sarebbe accaduto lo stesso? Le domande sorgono spontanee: a cosa è dovuto questo lungo lasso di tempo tra un disco e l'altro? Quali e quanti cambiamenti ha subito il sound della band?
Già dal titolo si può ben capire quale sia il filo rosso che lega i brani: songwritting strettamente personale, passionale e sincero legato ad un comparto musicale che si districa tra distorsioni, riverberi delicati e percussioni allegre. Infine la voce di Chris, che regala sì un’interpretazione notevole, ma si trattiene quando è il momento di tirar fuori gli attributi. A questo proposito, il Nostro sembra fare i conti il proprio strumento nella sola ballad “xilofonata” “Broken Glass” o tuttalpiù nella seguente “Snow On The FM”, che si salva grazie ad un’interpretazione toccante. Ma i toni calano irrimediabilmente con “Morning Of My Life”, che suona sguaiata e prevedibile, o con le orchestrazioni sul finale di “Oblivion overture” che pur essendo studiate a puntino e cucite addosso al pezzo risultano un po’ troppe eccessive anche per la stessa voce del cantante.
Non si può certo parlare di delusione, ma neanche di un album che farà gridare al miracolo. Ad accaparrarsi la pagnotta è sicuramente l’interpretazione di dodici brani veramente sentiti e scritti con una lieve poesia romantica che non nasconde una vena di malinconia. I Nostri, però, avrebbero potuto rischiare di più in questa nuova prova tanto attesa, per evitare di lasciare il retrogusto amaro dell'incompletezza nella bocca dell'ascoltatore.