The Child of A Creek è una vecchia conoscenza di SpazioRock, su cui sono già presenti tre recensioni di altrettanti dischi: Whispering Tales Under An Emerald Sun, Find A Shelter Along The Path ed il più recente The Earth Cries Blood.
Introspettivamente spietato, fotograficamente offuscante, categoricamente melanconico e senza tempo. Tempo: vale la pena dedicarne una frazione immobile, una goccia cristallina nell'oscurità della palude, all'ultima fatica di Lorenzo Bracaloni. Di tempo si parla, e di tempo ne ha impiegato l'artista nella registrazione totale di ciò che più che un album pare la contemplazione di desideri, emozioni e reazioni personali: "Quiet Swamps", in uscita a Settembre, non è condivisione, non è fantasia o immaginazione. È realismo armonizzato, dilatato, disciolto nelle storie di un autore che padroneggia chitarre, flauti, zither, piano, loops, sintetizzatori, percussioni e dirige in autonomia la propria orchestra. Uno sguardo all'album è un tuffo, una caduta accidentale nel pozzo della verità che spesso è triste ma speranzosa. Dalla caduta si riemerge depurati e rigenerati per mezzo di un'essenza naturale resa sonora in un risveglio lento. Generosità e illuminazione sono le chiavi per accedere al mondo di cui The Child of A Creek è custode, disegnatore, messaggero.