The Dillnger Escape Plan
One Of Us Is The Killer

2013, Party Smasher Inc.
Mathcore

Recensione di Marco Mazza - Pubblicata in data: 20/05/13

Si può dire che finora i The Dillinger Escape Plan non abbiano mai fatto un buco nell’acqua. I precedenti album sono tutti di ottimo livello e hanno permesso al gruppo di affermarsi come una delle band a più alta dose di sperimentazione nel panorama attuale. Al di là delle frequenti discussioni e controversie che si fanno ancora su di loro, sono stati senza dubbio in grado di portare una buona dose di freschezza e novità, raccogliendo l’attenzione di molti, tra cui quella eccellente di Mike Patton. Saltati fuori dalla scena hardcore punk, hanno saputo sin da subito distinguersi dalla massa, proponendo musica originale e ricca contaminazioni. Alla base grindcore vengono aggiunte una miriade d’influenze come jazz o industrial, a creare lavori innovativi e d’avanguardia. Tutte queste idee si sono concretizzate sin da subito con il loro primo album, “Calculating Infinity”, che resta ancora il loro capolavoro ed è considerato uno dei dischi fondamentali per il metal moderno. A tre anni di distanza dal precedente “Option Paralysis”, presentano la loro ultima fatica: “One Of Us Is The Killer”.
 
Nell’ultima release c’è di tutto, è un album poco compatto e schizoide. Ci sono anime completamente diverse tra i vari pezzi che appaiono spesso molto slegati tra loro, ciascuno ha una propria personalità, a volte molto differente dagli altri. Ci sono parti aggressive, veloci e caotiche come altre in cui si prende respiro, passaggi di voce pulita e tracce più emotive; è un mosaico d’idee che la band ha accumulato nel corso degli ultimi tre anni, idee che sembrano buttate tutte a casaccio sul tavolo. Questo alla fine non si rivela essere un difetto, il livello è ottimo in tutti gli aspetti proposti, forse risultando persino più creativo che nel passato. L’unico vero difetto, sempre che lo possa essere, è che l’album risulterà poco coerente ai primi ascolti, non ne basteranno uno o due per comprenderlo pienamente, ma di sostanza per i fan del gruppo mathcore c’è né in abbondanza anche in quest’ultima uscita.
 
Gli undici brani inseriti in tracklist propongono nel complesso le caratteristiche ormai note dei The Dillinger Escape Plan: tempi dispari, ritmi elevatissimi, intricati lavori alla chitarra, tecnicismi ed evoluzioni strumentali; il tutto fa da sfondo alla carismatica voce del frontman Greg Puciato, aggressiva e alienante. Esempi massimi di questa continuità sono le prime due tracce, “Prancer” e “When I Lost My Bet”. Scelte anche come primi due singoli, sono proprio quello che ci si poteva attendere, matematiche e feroci, si avvicinano in particolare a quanto fatto con “Miss Machine”. Già alla terza traccia incontriamo però una vena più melodica, la title-track è sicuramente il pezzo più orecchiabile dell’intero album, con voci pulite, un quasi in falsetto e cori. Pezzo molto piacevole e di respiro, in netto contrasto con le urla devastanti di Puciato che ci accolgono nella seguente, esplosiva, “Hero of the Soviet Union”. Il resto delle tracce oscillano follemente tra queste diverse anime, aggressività e follia e melodia più ragionata. Nella prima categoria si potrebbero inserire pezzi come “Understanding Decay” o “The Threat Posed By Nuclear Weapons”, nella seconda invece brani come “Nothing's Funny" o "Paranoia Shields". In realtà questi elementi sono spesso miscelati all’interno di un unico pezzo, cosa che risulta evidente in “Crossburner”, minestrone di tutti gli ingredienti che possono offrire i The Dillinger Escape Plan. Tutte le composizioni sono di ottimo livello, divertenti, piacevoli e fresche. Da segnalare anche la fantastica strumentale “CH 375 268 277 ARS”, massima dimostrazione del livello tecnico di cui è capace la band. Nel complesso con “One of Us Is the Killer” i membri della formazione svolgono come al solito un ottimo lavoro. La batteria di Billy Rymer, al suo secondo album con il gruppo, si conferma ad ottimi livelli, il lavoro alla chitarra dell’unico membro fondatore rimasto, Ben Weinman, con i suoi intricati riff è quello di sempre, buono anche il tappeto base creato dalla chitarra ritmica di James Love, rientrato nel gruppo dopo tanti anni, e dal basso di Liam Wilson.
 
Prendendo in mano l’ultimo dei The Dillinger Escape Plan ci si chiede subito se si possa assistere, dopo tanti buoni lavori, a un primo passo falso del gruppo, rischio sempre presente in band discusse, a maggior ragione se queste fanno della sperimentazione il principale motore trainante. La verità è che anche in questo caso il gruppo statunitense non fallisce. Tracce mai banali e sempre coinvolgenti, la maggiore varietà compositiva introdotta si rivela un pregio senza snaturare il prodotto della band. Il disco introduce dunque qualche cambiamento ma, tutto sommato, poco è cambiato con “One of Us Is the Killer”. Continua ad essere un album di quella che è stata definita la miglior live band sul pianeta, aggressivo, violento e letale come sempre. L’unica differenza sarà solo che questa volta ci metteremo meno tempo a riprenderci dopo aver ricevuto la, ormai consueta, tremenda mazzata.



01. Prancer
02. When I Lost My Bet
03. One Of Us Is The Killer
04. Hero Of The Soviet Union
05. Nothing’s Funny
06. Understanding Decay
07. Paranoia Shields
08. CH 375 268 277 ARS
09. Magic That I Held You Prisoner
10. Crossburner
11. The Threat Posed By Nuclear Weapons

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