Una sincera espressione di coerenza e continuità attraversa l’atlantico per approdare in Europa. “Bed & Bugs”, terzo disco degli Obits, include tredici brani molto simili che si prestano volentieri alla riproposizione live, sia come opening act sia come piacevole sottofondo sonoro in qualche locale di tendenza.
Il progetto nacque nel 2006 a Brooklyn, centro nostalgico di questo genere tanto crudo quanto espandibile e indefinito, per intenzione di Rick Froberg, ex Hot Snakes – una delle band Alternative americane più influenti dei primi anni 2000, spesso sottovalutata all’interno di un panorama Punk estremamente vario e occlusivo – che unì in uno studio di registrazione alcuni ex membri di Pitchfork, Drive Like Jehu, Edsel e Shortstack, formazioni Post Punk della East e West coast, per ricominciare a fare della buona musica ripartendo da un insieme di suoni tutto da plasmare. Nonostante l’ottimo grado di qualità musicale (gli artisti coinvolti sono uomini maturi con un grande passato compositivo alle spalle), spesso durante lo scorrere delle tracce gli Obits si prendono brevi spazi per sperimentare, come accade per esempio in “Besetchet” o in “Malpractice”, canzoni squadrate che si trasformano piano piano in spezzoni fumosi e distorti.
Ambizioni Garage Punk ancora rinchiuse nella gabbia colorata dell’Indie Rock: dopo sette anni di attività e grande dedizioni, il sound Garage Rock degli Obits trova definitivamente un’identità concreta. Froberg non bisserà di certo la popolarità raggiunta con gli Hot Snakes, ma l’apparenza è che con gli Obits egli voglia dedicarsi all’esplorazione di immaginari musicali più dettagliati e stimolanti rispetto ai trascorsi, a discapito dell’impatto energico della precedente esperienza.