The Winery Dogs
Unleashed In Japan

2014, Ear Music
Alternative Rock

Un disco che mette in riga la concorrenza nell'affollato mercato dei side project
Recensione di Luca Ciuti - Pubblicata in data: 18/06/14

Quella dei  progetti paralleli è senza dubbio la moda del momento fra i musicisti di un certo livello, ma come in tutte le mode diventa naturale la distinzione fra followers e leaders. Mike Portnoy, Billie Sheehan e Ritchie Kotzen, o se preferite The Winery Dogs, appartengono senza dubbio alla seconda categoria. “Unleashed In Japan” è la gustosa riedizione del debutto omonimo di questo riuscitissimo progetto che già si era fatto notare al momento della sua release. E’ sempre difficile ipotizzare dove potrebbero andare a parare musicisti di questa caratura, quando decidono di dare libero sfogo al proprio talento. A questo giro di ruota  è la casella del rock americano a illuminarsi, o meglio un vibrante mix di AOR e alternative ammantato di quel calore tipicamente blues che avvolge quasi tutto ciò che esce dal tradizionale calderone a stelle e strisce.
 
The Winery Dogs è un signor disco, mannaggia a noi che non ce ne eravamo accorti a suo tempo, e il fatto che a produrlo siano tre musicisti di livello superiore non lo rende affatto pretenzioso o irraggiungibile. Melodie orecchiabili, riff accattivanti che graffiano al punto giusto, virtuosismi fulminei ma mai sopra le righe, nel piatto dei nostri tre master chef oltre agli ingredienti di prima qualità, c’è una indiscutibile abilità nel dosarli. Nessuna portata superflua nel menu dei Winery Dogs: le toccanti ballad “You Saved Me” e “The Dying”, il rock al fulmicotone della opener “Elevate” o di “Time Machine”, passando per l'esaltante jam session di "You Can't Save Me", ma se volete sciogliervi del tutto, passate alla conclusiva “Regret” e bussate alla porta di Joe Bonamassa chiedendogli di unirsi ai The Winery Dogs per un’emozionante finale. Aspettatevi l’inatteso,  un grandissimo Ritchie Kotzen dietro il microfono oltre che sul manico della sua sei corde, il solito Billie Sheehan a tutto campo e un Mike Portnoy che, udite udite, mette il suo enorme bagaglio tecnico al servizio delle canzoni come mai aveva fatto prima.
 
Se questo è il menu,“Unleashed in Japan” è la ciliegina sulla torta: registrato lo scorso anno nella terra del Sol Levante alla seconda data ufficiale della band, il live è una divertente carrellata di brani estratti dal primo disco e dal repertorio di Ritchie Kotzen. Menzione doverosa  per la cover dei Mr. Big e per una toccante versione di  “Stand”,  a parere di chi scrive uno dei brani più emozionanti dei Poison. Ce n’è  abbastanza per convincere i più scettici e mettere in riga buona parte dei side project ascoltati fino ad oggi.




CD 1: Unleashed In Japan 
01. Elevate
02. Desire
03. Time Machine
04. I'm No Angel
05. Not Hopeless
06. Stand
07. You Can't Save Me
08. Shine
09. Fooled Around And Fell In Love
10. Desire 
 
CD 2: The Winery Dogs
01. Elevate
02. Desire
03. We Are One
04. I'm No Angel
05. The Other Side
06. You Saved Me
07. Not Hopeless
08. One More Time
09. Damaged
10. Six Feet Deeper
11. Criminal
12. The Dying
13. Regret

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool