Todd Kerns
Borrowing Trouble

2013, Cairip Records
Rock

Recensione di Paola Marzorati - Pubblicata in data: 24/10/13

Alla fine di ogni email o blog dedicato ai fan si firma sempre con “Your loyal and humble servant”, ovvero “il vostro fedele e umile servitore”. E di fatto Todd Kerns è uno degli artisti più umili e disponibili del panorama rock ‘n roll. Meglio conosciuto per essere il bassista del nuovo gruppo di Slash, “Slash, Myles Kennedy and the Conspirators”,  Todd Kerns è uno dei musicisti canadesi più promettenti.  Nato nel 1969, ha pubblicato il primo disco nel 1991 con il gruppo Age of Electric e l’ultimo pochi mesi fa, in modo del tutto innovativo. “Borrowing Trouble” non è il suo primo disco solista, ma del tutto nuovo è il modo con cui l’ha creato, registrato e pubblicato. Questo disco è stato pubblicato solo ed esclusivamente grazie ai fan e grazie ad una piattaforma digitale, chiamata Pledge, che permette a chiunque di presentare un progetto musicale e realizzarlo grazie alle offerte dei sostenitori. Il risultato è un disco “collettivo”, interprete fedele di quel concetto primitivo e genuino di musica, che trascende i soldi, il numero di copie vendute, i sold out e la pubblicità. Solo musica e tanta voglia di condividerla.

I’ve had all the pain a man can take
But I’d do it all again
Made every mistake a man can make
But it’s made me who I am


L’ispirazione principale per questo lavoro è stato Johnny Cash, ed in particolare gli album realizzati con Rick Rubin, estremamente intimi, solo una chitarra ed un microfono. “Per me, che vengo da un mondo dove mi sono nascosto dietro mura di amplificatori Marshall e una rumorosa batteria per tutta la vita, l’idea di starmene di fronte ad una platea con solo una chitarra acustica e la mia voce era sconvolgente ed inquietante”, confessa Todd in una delle molte email inviate ai fan durante la creazione dell’album. E’ un po’ come starsene nudi di fronte a tutti. Vulnerabili. E l’effetto generale dell’album è proprio questo: un uomo, la sua voce, una chitarra e tanto coraggio, quello di mettersi completamente a nudo, spogliarsi dei fronzoli e dei suoni inutili, e lasciare che la propria anima arrivi DAVVERO all’ascoltatore, così com’è.

Broken by all the changes
But I never knew that anything could hurt
Like it did


“Borrowing Trouble” è un album prettamente acustico, nonostante Todd Kerns non abbia resistito nell’aggiungere qualche “ciliegina sulla torta” qua e là, qualche percussione, riff di chitarra elettrica, organo, piano e persino dei passaggi con il sitar in quasi tutte le canzoni. Fin dal primo brano “Nothing Personal”, incentrato sulla storia di tre persone reali i cui sogni si sono lentamente trasformati in qualcosa di molto diverso da quello che si aspettavano, la voce di Todd rivela enormi potenzialità. E’ una voce graffiata, capace di una grande estensione e potenza comunicativa, che accompagnata dal solo suono della chitarra risalta ancora di più, arrivando direttamente all’anima dell’ascoltatore. Tra i brani, tutti meritevoli, spiccano “The Maker”, scritto da Daniel Lanois, produttore tra gli altri degli U2, “This Changes Everything”,  in cui Todd è accompagnato da Cian Coey alla voce e “Hideous” , brano dal testo potente, forte. In questa canzone Todd canta “io sono niente e tu sei tutto, mi fai sentire mostruoso”, e la scelta del farne una canzone del tutto acustica sembra potenziare ancora di più il significato e l’effetto di questo parole.

What didn’t kill me has made me stronger
What didn’t break me has made me numb
You didn’t now you’d create a monster
With teeth and claws to devour you in song


Spesso il rischio di un album acustico è quello della monotonia delle canzoni e della mancanza di carattere, di personalità. Rischio che non interessa per niente questo album. Todd, infatti, riesce a dare corpo e carattere ad ogni singola canzone, ognuna musicalmente diversa dalle altre e, nonostante tutto, complessa, grazie all’utilizzo di altri strumenti, oltre alla sola chitarra. Ma soprattutto, Todd Kerns riesce perfettamente a giungere al suo scopo: quello di creare un album che fosse il più intimo possibile. Genuino. L’artwork dell’album riflette questo desiderio: il titolo è stato scritto a mano da Todd sulla copertina, molte foto sono state scattate direttamente a casa sua e la dedica all’amico defunto Greg Verdusco contribuiscono a darci l’impressione di non essere solo degli spettatori esterni. Con tutto questo Todd Kerns si è messo a nudo, ci ha fatto entrare nel suo mondo e nella sua anima per la durata di un disco. E non c’è coraggio più grande per un artista. Tutto è semplice, il booklet, la copertina. Nulla deve distrarre dall’unica cosa che conta davvero: la musica.

Put your trust in me and I’ll tear your world apart”, canta Todd in “The Devil In Me”, secondo brano dell’album. Noi abbiamo riposto la sua fiducia in lui, abbiamo supportato il suo progetto e lui ha sconvolto il nostro mondo per un po’. Ricordandoci cosa è la musica e perché l’amiamo così tanto, perché è vera e genuina. Ricordando al mondo intero che la musica non si basa sui soldi, ma sui fan, la condivisione e la passione. Ci ha regalato un momento di pura intimità, in attesa del giorno in cui tornerà dietro il muro di amplificatori Marshall, a farci scatenare ed urlare.



01. Nothing Personal
02. The Devil In Me
03. The Maker
04. This Changes Everything
05. It’s Always Been You
06. Hey Summer
07. Hideous
08. So Close So Far
09. So Scandalous
10. Magdalena
11. Come Back To Bed
12. You Can Always Go Home

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